L’Italia nel cinema, i pratesi nel cinema. Agli albori la star del muto italiano si chiamava Elena Vitiello. Era nata a Prato il 5 gennaio del 1892: Francesca Bertini, il suo nome d’arte in centinaia di piccoli film della durata di pochi minuti, spesso diretta da Roberto Roberti, padre di Sergio Leone. Un’altra star pratese sul grande schermo a partire dagli anni ’30: Clara Calamai. Oltre lo scandalo del primo seno nudo, ha interpretato capolavori indimenticabili come Ossessione. Dagli anni ’50 arriva a Roma il giovane pratese Piero De Bernardi, nato a palazzo Banci Buonamici. Insieme all’amico e collega Leo Benvenuti scriverà oltre duecento sceneggiature, una per tutte quella di C’era una volta in America di Sergio Leone. Dalle periferie ecco arrivare Francesco Nuti, campione d’incasso per un decennio anche grazie alle colonne sonore scritte dal fratello Giovanni, e Roberto Benigni che, partito dalle case del popolo arriverà agli Oscar. Un pratese d’adozione, Giorgio Panariello, trionferà anni più tardi tra cinema e tv. Il produttore Nello Santi con il suo coraggio contribuirà a lanciare i grandi maestri del cinema come Francesco Rosi (Le mani sulla città). Giovanni Veronesi sarà determinante nella carriera di Leonardo Pieraccioni scrivendo i suoi film migliori e dirigendo in proprio alcuni campioni d’incasso (anche il fratello, lo scrittore Sandro talvolta ha scritto per il cinema). L’attrice Antonella Fattori debutta negli anni ’80 diretta da Silvio Soldini e Nanni Moretti, e poi Pamela Villoresi si fa notate giovanissima in film d’autore fino a La Grande bellezza. E come non segnalare Marco e Luca Calvani, Francesco Ciampi, Marco Limberti, Consuelo Ciatti, Pamela Camassa, Tommaso Santi, Daniele Bottesella e tanti altri. Impossibile ricordarli tutti.
F.B.