Detenuto si toglie la vita in cella . Ha usato i lacci per le scarpe

Il nordafricano, 45 anni, era arrivato da poco a Prato ed era recluso nella sezione dei reati comuni. La scoperta fatta dai compagni. Oggi alle 10 il presidio della Camera penale. "Seconda volta in due mesi".

Un detenuto si è tolto la vita l’altra notte alla Dogaia. Il suicidio è avvenuto all’interno della sua cella: quando gli altri reclusi se ne sono accorti e hanno dato l’allarme, per l’uomo, 45 anni, origine nordafricana, non c’era già più nulla da fare. Il 45enne era arrivato da poco nel carcere pratese, dal luglio scorso, trasferito dall’istituto penitenziario di Pisa per motivi di ordine e sicurezza. Secondo quanto appreso lo straniero, che doveva scontare una pena fino al 2029, si trovava nella prima sezione del carcere, quella che ospita i detenuti per reati comuni. L’uomo si sarebbe impiccato usando i lacci delle scarpe. Secondo quanto riferito, non avrebbe mostrato particolari criticità nei giorni precedenti al gesto estremo. Comunque, la polizia penitenziaria sta facendo accertamenti su quanto accaduto.

Immediate le reazioni. La commissione "Carcere" della Camera penale di Prato e il direttivo della Camera penale di Prato parteciperanno oggi a un presidio alle 10 all’esterno del carcere. "E’ il ventunesimo suicidio in Italia dall’inizio dell’anno e del secondo al carcere della Dogaia negli ultimi due mesi – dicono dalla Camera penale –. Sono numeri impressionanti, senza precedenti, che rispecchiano la situazione di grande sofferenza che attraversa i luoghi di detenzione del nostro paese. Meno di una settimana fa, in commissione Giustizia alla Camera, anche le forze di maggioranza sembrano aver preso atto dell’urgenza di un intervento che allevi la tensione, individuato in una versione annacquata del disegno di legge Giachetti sulla liberazione anticipata allargata (ridotta da 75 a 60 giorni a semestre, contro i 45 di quella ordinaria), che sembra ora trovare ampi consensi. Da tempo diciamo che non c’è più tempo e che bisogna subito fare il possibile per fermare questa lunga scia di lutti. Sarà comunque un compromesso e apporterà un sollievo modesto alla gravissima situazione di sovraffollamento del sistema penitenziario nazionale, che soffre peraltro di molti e variegati mali oltre a quelli legati alla mancanza di posti".

"I numeri sui suicidi nelle carceri sono drammatici. Non possiamo girarci dall’altra parte", interviene Diego Blasi, portavoce Pd Toscana. "Il carcere di Prato vive una situazione pesantissima – aggiunge –, è un luogo di disperazione: siamo al secondo suicidio in due mesi, si sono registrate risse e aggressioni ai danni degli agenti, ci sono gravi carenze strutturali e di manutenzione, scarsità di personale penitenziario ed educatori. Una situazione da cui i più fragili preferiscono sfilarsi togliendosi la vita. Occuparsi di investimenti a favore dei detenuti è forse impopolare, ma moralmente doveroso: il governo si muova".