Giovane detenuto si uccide nel carcere di Prato: aveva 27 anni

Si è impiccato nella sua cella. Poche ore prima c’era stato un tentativo di rivolta nella casa circondariale

Il carcere della Dogaia dove si è tolto la vita un giovane detenuto

Il carcere della Dogaia dove si è tolto la vita un giovane detenuto

Prato, 28 luglio 2024 – Aveva solo 27 anni il giovane detenuto italiano che ieri sera, 27 luglio, si è tolto la vita, impiccandosi, nella sua cella nel carcere della Dogaia. Si tratta del terzo suicidio che si verifica nella casa circondariale nell’arco di un anno. Secondo il sindacato Uilpa della polizia penitenziaria la vittima aveva alcune condanne definitive e sarebbe uscito dal carcere nel 2032. 

La tragedia è avvenuta dopo un tentativo di rivolta all’interno del carcere pratese, quando ieri sera alcuni detenuti, per protesta si erano rifiutati di rientrare in cella rompendo le lampade al neon e barricandosi dentro una delle sezioni. Solo nella tarda serata di venerdì 26 la situazione era ritornata alla normalità.

“Il ragazzo, subito soccorso e condotto in ospedale, è spirato poco dopo. Si tratta del 60esimo suicidio di un detenuto nel corso dell'anno, cui vanno aggiunti 6 appartenenti alla Polizia penitenziaria che si sono tolti la vita. Una carneficina mai vista in precedenza". Dichiara Gennarino De Fazio, Segretario Generale della Uilpa Polizia Penitenziaria. "Così, mentre per il Sottosegretario al Ministero della Giustizia, con delega ai detenuti, Andrea Ostellari, le carceri sono regolamentari e non c'è sovraffollamento, il Guardasigilli, Carlo Nordio, parla di problema del sovraffollamento da affrontare con raziocinio. Esattamente quel raziocinio che non si rinviene nelle loro affermazioni contrastanti e nelle farneticazioni del Sottosegretario, spintosi, evidentemente, fino a smentire il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, che solo qualche giorno fa aveva definito la situazione penitenziaria indecorosa per un paese civile", aggiunge il Segretario della Uilpa.