Dibattito sulla cittadinanza: "Prato riferimento nazionale per la riforma necessaria. E la scuola è fondamentale"

Maria Logli, giovane dem e assessora della giunta Bugetti alla Città contemporanea: "Dobbiamo pensare anche al passaggio da interesse legittimo a diritto soggettivo".

Dibattito sulla cittadinanza: "Prato riferimento nazionale per la riforma necessaria. E la scuola è fondamentale"

Maria Logli, giovane dem e assessora della giunta Bugetti alla Città contemporanea: "Dobbiamo pensare anche al passaggio da interesse legittimo a diritto soggettivo".

Il dibattito di questi giorni sulla possibile riforma della legge sulla cittadinanza è cruciale per una città come Prato, dove un cittadino su quattro è di origine straniera. In campo ci sono idee e proposte diverse che partono, però, da un presupposto comune: è necessario e urgente dotarsi di nuovi strumenti per affrontare una realtà, quella italiana, che negli ultimi trent’anni è profondamente cambiata. Un processo di trasformazione che è stato graduale e ha riguardato soprattutto i contesti urbani. Prato a livello nazionale è ancora oggi un unicum e può rappresentare un terreno privilegiato di studio e di elaborazione della riforma. La scuola, come hanno già ricordato Ilaria Santi e Rita Pieri, ha un ruolo centrale nei processi di integrazione e di inclusione. Come amministrazione intendiamo proseguire e rafforzare tutte le azioni già in campo, ampliando l’offerta dei corsi di italiano e rendendoli diffusi e accessibili grazie al coordinamento del Cpia. Continueremo a segnalare la necessità di docenti della classe di concorso A023, centrali per potenziare l’apprendimento e l’integrazione degli studenti non italofoni, riducendo così i tassi di dispersione scolastica. Le azioni locali, sebbene Prato sia guida e laboratorio in questo ambito, non sono sufficienti. Occorre uno scatto in avanti della politica tutta. E allora discutiamo, insieme, di una riforma organica della cittadinanza, al di là delle singole formulazioni. Una riforma che preveda il passaggio dell’acquisizione della cittadinanza da interesse legittimo a diritto soggettivo, che discuta i tre canali fondamentali di radicamento: lo Ius Soli, lo Ius Culturae, la naturalizzazione. Quest’ultimo punto è importante per sostanziare un’idea di cittadinanza che si congeda dai privilegi attuali e che consenta (anche) a chi ha un background migratorio di esercitare il diritto al territorio e alla partecipazione civica. Fondamentale, poi, rivedere radicalmente i criteri di riconoscimento in termini di tempi, reddito, residenza continuativa. Un esempio pratico: il limite dei 18 anni per la cittadinanza italiana crea una situazione di pressione per gli studenti cresciuti nelle nostre scuole, come gli italo-cinesi, che rischiano di perdere la cittadinanza d’origine. Questi giovani sono costretti a prendere una decisione che avrà conseguenze per tutta la vita in un breve lasso di tempo e senza il necessario supporto. I tempi sono dunque sin troppo maturi per sollecitare insieme, compattamente, un tavolo di confronto nazionale, al quale i Comuni, gli esperti e le associazioni che in questi anni hanno lottato per una giusta riforma possano portare dati e proposte sui quali incardinare la nuova legge, con l’obiettivo comune di costruire qualcosa di importante per chi da tanti anni vive, studia e lavora nel nostro Paese.

Maria Logli

Assessora

alla Città Contemporanea