
carabinieri
Prato, 23 luglio 2020 - Una storia che ha dell’incredibile. Festini a luci rosse organizzati per "divertire" persone di una certa età. E poi filmati hard custoditi gelosamente e girati col patto di non essere diffusi. I protagonisti sono tutti pratesi, fra i 55 e i 60 anni oltre a una trentacinquenne che adesso risulta indagata per revenge porn, ossia il reato introdotto con la legge "codice rosso" un anno fa che punisce chi divulga filmati dai contenuti erotici senza il consenso dei protagonisti. Le indagini sono condotte dai carabinieri, sezione di pg del tribunale, e coordinate dalla procura dopo la denuncia di una cinquantacinquenne, residente in provincia di Prato che prendeva parte ai festini a sfondo sessuale. La donna ha sporto denuncia quando la trentacinquenne ha avanzato una richiesta di restituzione di denaro come "rimborso" delle spese sostenute per organizzare gli incontri. Pochi giorni dopo tale richiesta la trentacinquenne ha inviato alcuni filmati delle serate incriminate all’ex marito e al figlio della donna. La scoperta è stata sconvolgente in quanto i familiari erano all’oscuro della doppia vita della congiunta: la donna si riconosce nei video e corre alla caserma dei carabinieri per sporgere denuncia. La testimonianza finisce sul tavolo del procuratore Giuseppe Nicolosi che apre un fascicolo con l’ipotesi di reato di revenge porn. Due giorni fa i carabinieri hanno eseguito una perquisizione nella casa della trentacinquenne, adesso indagata, e nel suo negozio a Prato sequestrando computer e hard disk dove sono stati trovati i filmati delle serate a luci rosse. Secondo quanto ricostruito fino a ora, la trentacinquenne insieme al marito sessantenne erano gli organizzatori degli incontri a sfondo sessuale. La donna di 55 anni partecipava alle serate "per divertimento", ha spiegato agli investigatori. I festini sono andati avanti per circa tre anni, l’ultimo si è consumato nel dicembre 2019. Le serate di sesso di gruppo si tenevano a casa della coppia in periferia e in un altro immobile a Prato nelle loro disponibilità e vi partecipavano altre donne che però non sono state identificate. Il sessantenne, morto nel febbraio scorso per cause naturali, era l’unico uomo del gruppo. Un paio di mesi fa è arrivata la richiesta di soldi. La cinquantacinquenne, però, si è opposta, non capiva il perché avrebbe dovuto rendere tutto quel denaro. Di fronte al diniego, la trentacinquenne ha inviato i filmini che ritraggono la donna in pose che non lasciano spazio a dubbi all’ex marito e al figlio. I due, sconvolti, li hanno mostrati alla donna che sentendosi minacciata si è recata dai carabinieri. Gli investigatori stanno cercando di capire se ci siano state richieste di altro tipo. Ossia se l’indagata abbia minacciato di rendere pubblici quei filmati, magari su internet, se l’altra non le avesse dato i soldi richiesti. In questo caso il reato ipotizzato sarebbe ben più grave: l’estorsione. Al momento, le viene contestato solo il revenge porn perché non risultano esserci state altre minacce. I punti da chiarire sono parecchi. Perché la donna pretende quei soldi? A che cosa sono serviti? A comprare materiale per organizzare i festini? O per acquistare droga? Oppure per pagare le altre partecipanti agli incontri che si sospetta essere escort? I contorni di tutta la vicenda sono poco chiari. Che rapporto c’era fra le due donne e come la cinquantacinquenne era finita nel giro dei festini porno? Nel frattempo, gli investigatori stanno passando al setaccio le immagini e il materiale sequestrato nell’attività commerciale della trentacinquenne che gestisce da sola dopo la morte improvvisa del marito. Oltre ai pc, agli hard disk e ai telefoni è stata sequestrata anche una telecamera che sarebbe stata usata per girare i video con il consenso della presunta vittima. Resta incomprensibile il perché l’organizzatrice delle serate si sia fatta viva con la donna solo dopo diversi mesi dall’ultima serata passata insieme. Gli inquirenti vogliono sapere che cosa abbia spinto la donna a pretendere quel denaro e a che cosa sia servito davvero. La cinquantacinquenne non ha saputo fornire ulteriori spiegazioni né tanto meno indicare chi erano le altre partecipanti ai festini che periodicamente si incontravano a casa della coppia. Sarà importante, ai fini delle indagini, rintracciare le altre protagoniste della torbida vicenda in quanto sono le uniche testimoni di quello che è accaduto in tre anni fra quelle mura durante i ripetuti incontri. Il sospetto è che si tratti di escort che venivano reclutate di volta in volta. La commerciante pratese risulta l’unica indagata per revenge porn. E chissà se quei filmati non siano finiti in mani sbagliate e non siano stati diffusi ulteriormente senza il consenso della diretta interessata. Laura Natoli © RIPRODUZIONE RISERVATA