Tutto ha avuto inizio con un messaggio sulla posta di Facebook con cui una signora, nota per le sue capacità ai fornelli, chiedeva di essere votata a un concorso di cucina. Una richiesta credibile che in diversi in Val di Bisenzio, dove i paesi son piccoli e ci si conosce bene, hanno assecondato per poi accorgersi di non poter più rientrare nel proprio profilo. Può capitare così o in molti altri modi ma il risultato è lo stesso e amareggiante: anni di ricordi, fotografie, messaggi e commenti spariscono insieme al profilo Facebook di cui si impossessa l’hacker a cui, cliccando sul link inviato dall’amico, involontariamente hai consegnato password e account. E visto che ormai i social sono diventati importantissimi per molti, succede che con l’account si perda anche un patrimonio di cultura popolare: è questo il caso, ad esempio, del seguitissimo – oltre 16mila utenti - gruppo Facebook "Sentieri di Prato" che ha visto sparire, con l’hackeraggio del profilo del suo creatore e amministratore, la colonna del Cai pratese Riccardo Barni, tutti i testi e le foto con cui per anni l’esperto ha raccontato la montagna pratese. Come comportarsi in questi casi? Lo abbiamo chiesto a Eva Claudia Cosentino, dirigente del Centro operativo di sicurezza cibernetica polizia postale per la Toscana. "La prima cosa da fare quando ci si accorge che c’è qualcosa che non va è cambiare la password. Se è già troppo tardi perché è già stata modificata, c’è da seguire la procedura di recupero dell’account indicata da Facebook (www.facebook.com/hacked). E’ su una pagina esterna quindi ci si accede anche se uno non ha più l’account. Poi si deve sporgere denuncia a un ente di polizia: serve per tutelarsi da azioni che chi si è impossessato del profilo può fare a nostro nome e ci sono tre mesi di tempo per farla". Sono 829 casi in Toscana dall’inizio dell’anno di quello che viene definito "accesso abusivo" di tipo informatico (quindi non soltanto "furto" di profili Facebook), con 87 casi solo nel mese di ottobre, fra le denunce arrivate alla polizia postale (quindi non sono conteggiate le denunce fatte ad esempio ai carabinieri). Prato conta una quarantina di casi da gennaio e 5 solo nel mese di ottobre, sempre fra quelli denunciati alla polizia postale.
"Per quel che riguarda i profili Facebook si tratta di ’phishing’: non è raro che chi viene colpito sia un personaggio che gode di una certa credibilità e gli hacker studiano bene il profilo prima di muoversi. I profili hackerati poi vengono usati per invio massivo di pubblicità o trading on line".
Il cruccio di chi si ritrova davanti ad un furto d’identità è quello di aver perso anni di ricordi. "In alcuni casi è possibile recuperare il proprio account, ma è una questione di tempismo. Le possibilità aumentano con la velocità con cui si riesce a cambiare la password o ad avviare la procedura di Facebook. Il consiglio, comunque, perché queste cose non capitino, è di seguire le buone norme di sicurezza. Valida è la regola del doppio controllo (password più numero di telefono). Poi, cambiare password spesso, crearne di difficili e abilitare gli avvisi sugli accessi, ovvero, se qualcuno tenta di collegarsi da un altro dispositivo arriva la notifica". Per segnalazioni o denunce, la sede della polizia postale a Prato è in via Arcivescovo Martini 54 (presso le Poste Centrali). I numeri da chiamare sono 0574/483378 e 0574/483374. Per informazioni: www.commissariatodips.it
Claudia Iozzelli