Diminuiscono gli sfratti ma l’emergenza abitativa non si arresta. I dati che emergono dal report annuale del ministero degli Interni disegnano uno scenario dove il disagio abitativo non si arresta nonostante il dato della riduzione del numero di sfratti nella provincia di Prato.
Nel 2023, rispetto al 2022, a Prato sono calate sia il numero delle richieste degli sfratti (-11,08%) sia la loro esecuzione (-22,07% ). I dati, diffusi dal ministero dell’Interno, collocano la provincia rispettivamente al terzo posto su scala regionale con 779 richieste di esecuzione, al secondo per sfratti già eseguiti con forza pubblica (233), mentre raggiunge il quinto per quanto riguarda le nuove convalide di sfratto pari a 228 (-0,86%).
"Dall’analisi dei provvedimenti esecutivi di sfratto, richieste esecuzioni e sfratti eseguiti nel periodo da gennaio e dicembre 2023 e dalla loro comparazione con quelli del 2022, si evidenziano numeri che determinano una situazione paradossale - evidenzia il Sunia, sindacato unitario nazionale inquilini ed assegnatari - da un lato la riduzione del numero degli sfratti nel 2023 dall’altra una diminuzione di alloggi disponibili per la locazione a lungo termine a favore delle locazioni brevi volte prevalentemente all’uso turistico, che godono di una fiscalità di enorme vantaggio e nessuna limitazione ai valori dei canoni applicati. Gli affitti brevi si diffondono, anche nella provincia di Prato e fanno aumentare i costi dell’abitare. Si evidenzia ormai che il numero di affitti brevi sia strettamente correlato all’aumento dei canoni di affitto delle case".
Dal 2018 al 2023 i contratti di locazione con formula 4+4 o 3+2 , infatti, sono passati da 394 a 194.
Tornando ai dati nel 2023 gli sfratti per fine contratto a Prato sono stati 4 e 25 nel resto della provincia, mentre per morosità o altre cause rispettivamente 148 e 51. "Nelle prossime settimane – conclude il Sunia – lanceremo una nuova campagna legata alle politiche abitative con l’obiettivo di radunare intorno a un tavolo tutti gli attori dai rappresentanti dei proprietari a quelli degli affittuari, ma anche del terzo settore. Utilizzeremo il modello che ha portato negli scorsi giorni a ridefinire gli accordi territoriali, basato sul metodo del confronto e della concertazione".