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Dipendenti comunali: futuro in smart working "Tornare indietro? No, ma servono regole"

Il lavoro agile non verrà abbandonato: la novità coinvolge 312 lavoratori pubblici su 900. Squittieri: "Nessuna ricaduta sui servizi"

La strada è tracciata: lo smart working diventato risorsa nell’emergenza più nera del Covid è destinato a non tramontare. Diventerà una nuova modalità di lavoro, con regole certe e turnazioni definite. Non solo nel settore privato, ma anche nel pubblico. È quanto sta pensando l’amministrazione comunale, favorevole a lasciare la modalità del lavoro agile per una parte dei propri dipendenti. Certo, sarà una forma di lavoro che usciti dall’emergenza pandemica avrà necessità di essere regolamentata con un decalogo interno che definisca mansioni, compiti e orari dei singoli lavoratori. Da non confondere con il telelavoro, dovrà essere una forma da strutturare con un nuovo approccio all’occupazione. Per il momento il Comune ha deciso di prorogare fino a giugno lo smart working con le modalità definite durante lo stato di emergenza - terminato il 31 marzo - in attesa di vedere come evolve la situazione epidemiologica e allo stesso tempo capire se ci saranno novità da parte del governo. "Lo smart working resterà come nuova modalità di impiego, difficile pensare oggi che possa essere abbandonata del tutto", conferma l’assessore comunale al personale Benedetta Squittieri. "Fino a giugno resteranno le attuali modalità di lavoro agile, poi l’idea è quella di iniziare un confronto serio per dare ai dipendenti questa possibilità di lavoro strutturata e funzionale". L’attuale regolamento prevede un massimo di due giorni alla settimana di smart working e la garanzia della presenza in ufficio per tre giornate, compreso un rientro pomeridiano (per un totale di 21 ore settimanali in presenza). E’ la rimodulazione attuata in Comune sulla base delle norme disposte dal ministro Renato Brunetta. In nessun caso è prevista la possibilità di incrementare i giorni di lavoro in smart working, mentre per i dirigenti è disposto un solo giorno di lavoro agile da casa alla settimana. Anche per i servizi al pubblico, come ad esempio l’anagrafe, almeno fino a giugno resteranno gli accessi su appuntamento per evitare che si creino code e assembramenti di persone in attesa negli uffici di Santa Caterina, come avveniva in passato.

"Se ci sono delle urgenze verranno accolte, mentre per svolgere le pratiche correnti che non hanno particolari esigenze gli uffici continueranno a lavorare su appuntamento almeno fino a giugno. Abbiamo potuto verificare che il servizio funziona e risponde alle necessità, ovviamente si tratta di un modello flessibile che deve andare incontro alle esigenze dei cittadini", conferma Squittieri. La parte di personale che può svolgere le proprie mansioni in smart working è costituito da 312 dipendenti su un totale di 900. Ovviamente la rimodulazione dovrà essere valutata da ogni singolo dirigente in base alla situazione del proprio servizio così da non pregiudicare la funzionalità degli uffici. Il Covid ha anticipato il futuro, quando il lavoro sarà sempre più a distanza e connesso alla rete.

Silvia Bini