REDAZIONE PRATO

Disastro Eni Calenzano: dolore ai funerali delle vittime e inchiesta in corso

Le salme delle vittime del disastro Eni a Calenzano sono state restituite alle famiglie. L'inchiesta della procura di Prato prosegue.

L’esplosione a Calenzano . Domani l’addio alle vittime

Il sopralluogo della commissione di inchiesta parlamentare a Calenzano

Abbracci, strette di mano, occhi rossi, ricordi. E lacrime, tante lacrime. E’ il momento del dolore per i familiari delle vittime del disastro avvenuto al deposito carburanti di Eni a Calenzano la mattina di lunedì 9 dicembre. Ieri, finalmente, le salme delle cinque vittime sono state restituite alle famiglie. In particolare, a Prato, sono tornate le spoglie di Vincenzo Martinelli, 51 anni, originario di Napoli e che abitava in città da oltre 20 anni, e di Carmelo Corso, 57 anni, originario di Catania, che risiedeva a San Giorgio a Colonica con la famiglia. Dopo le autopsie e gli accertamenti tecnici, tramite il dna, per l’identificazione, ieri pomeriggio le salme sono arrivate alle cappelle del commiato per l’ultimo addio. Vincenzo Martinelli si trova esposto alle cappelle del commiato della Misericordia in via Convenevole, Corso a quelle della Pubblica Assistenza L’Avvenire di Prato in via San Jacopo. I funerali si terranno domani: quello di Martinelli sarà alle 15 in Duomo e sarà presieduto dal vicario generale della diocesi di Prato monsignor Daniele Scaccini, quello di Corso sarà celebrato, sempre alle 15, nella chiesa di San Giorgio a Colonica dal parroco don Andrea Adamek. I familiari sono stretti nel loro dolore e hanno preferito non rilasciare dichiarazioni su quanto accaduto aspettando che la giustizia faccia il suo corso. Parenti e amici sono entrati alla spicciolata alle cappelle del commiato per esprimere la loro vicinanza alla famiglia.

"Lo sentivo quasi tutti i giorni, eravamo amici – dice uno dei colleghi di Martinelli, Angelo Tornincasa, lasciando le cappelle – Ci eravamo parlati la domenica prima dell’incidente. Mi diceva sempre che avrebbe voluto cambiare lavoro. Purtroppo, non ne ha avuto il tempo. E’ un dramma enorme".

Nel frattempo, ieri, la procura di Prato ha terminato la perquisizione del deposito Eni che era iniziata nei giorni scorsi. Secondo quanto emerge sarebbero stati sequestrati documenti, corrispondenza, e-mail, supporti informatici, contratti, atti interni relativi all’organizzazione del lavoro e alla sicurezza. Il sito è sotto sequestro con gli impianti che contiene, fra cui quelli distrutti o danneggiati dall’esplosione e sui quali sono in corso i rilievi dei consulenti incaricati dalla procura. La loro relazione, con le risposte ai quesiti posti dagli inquirenti, deve essere consegnata alla procura in 60 giorni. Il procuratore Luca Tescaroli ha chiesto espressamente ai consulenti di fare presto.

Laura Natoli