Prato, 25 ottobre 2024 - Sono sei gli indagati per una discarica abusiva a cielo aperto realizzata a Montemurlo, sul versante pratese dell’Appennino tosco emiliano. Trasportavano scarti edili, rifiuti di demolizione e costruzione, e li depositavano in un tratto di bosco molto scosceso, nell’area protetta di Monteferrato, lungo via di Javello.
I reati contestati sono diversi: quello di deturpamento di bellezze naturali, quello di aver realizzato la discarica violando le norme degli strumenti urbanistici, e anche la violazione del vincolo idraulico, visto che è stato ostruito l’impluvio del fosso di Strigliana, di cui sono stati alterati anche lo stato e la forma degli argini.
E non è stato neanche messo in sicurezza il versante dove è stata realizzata la discarica, come invece prescrive l’ordinanza sindacale. Dopo le indagini concluse dalla Procura di Prato, diretta dal procuratore Luca Tescaroli, il provvedimento è stato notificato al gestore dell’area, all’amministratore di sostegno della proprietaria dell’area, ai titolari delle tre imprese coinvolte e a una persona che è risultato l’autore materiale dei reati.
Le indagini e i sopralluoghi hanno appurato che i trasporti di rifiuti sono stati molti, pari a 2500 tonnellate. Nella discarica venivano depositati mattoni, piastrelle in ceramica, laterizi, rifiuti di plastica, metallici, di legno e anche di cemento armato, oltre a terra e rocce da scavo. Il Comune di Montemurlo ha emesso un’ordinanza che obbliga i responsabili a mettere in sicurezza il sito, a rimuovere i rifiuti e a ripristinare lo stato preesistente dei luoghi. Le indagini si sono nutrite del supporto dei forestali del nucleo investigativo di polizia ambientale agroalimentale e forestale, di Arpat Prato e della Polizia municipale.
Maurizio Costanzo