
Antonella Niccoli (foto Attalmi)
«A PRATO avete il Niccoli», dicevano i fiorentini (e non solo) con una punta d’invidia. Ora, dopo cinque anni di vendite solo on line, la Casa Musicale Niccoli, conosciuta ovunque, ha riaperto i battenti nella nuova sede di via Tintori 20. E’ stato subito un successo incredibile, grazie al coraggio e alla determinazione di Antonella Niccoli, la responsabile di questo incredibile archivio di buona musica.

La città ha risposto alla grande a questa riapertura...
«Con un amore incredibile. A partire dal giorno dell’inaugurazione è stato un susseguirsi di manifestazioni di affetto da parte di tanti pratesi, molti dei quali sono clienti storici che ho avuto il piacere di rivedere. Mi ha colpito molto l’atteggiamento dei ragazzi più giovan: cercano sempre più spesso i vinili, che in fondo sono la nostra particolarità».
Una frase o un commento che l’hanno colpita?
«Più che una frase, direi questo senso di gratitudine che è arrivato da tutti, per aver restituito alla città un punto di riferimento. Oserei dire che quasi ogni pratese ha un ricordo che lo lega alla Casa Musicale Niccoli. Da qui, l’idea di salvare e mantenere il più possibile i vecchi arredi che molti ricordavano».
Nei suoi 40 anni trascorsi in negozio non mancheranno di certo i ricordi personali fin dall’infanzia...
«Quando ero piccola il mio babbo mi telefonava a casa facendo canticchiare alla cornetta un cliente che cercava un disco nuovo. Oppure ricordo quando veramente piccola sgattaiolavo da casa, dall’abitazione in piazza delle Carceri, per entrare nel negozio di via Cairoli 44 che aveva due ingressi: uno dalla piazza e uno appunto da via Cairoli. Ricordo l’odore del vinile che è inconfondibile».
Suo nonno Raffaello, suo padre Alfredo, due figure importanti che tutti ricordano. E poi lei; tre generazioni al servizio della musica.
«Mio nonno Raffaello fondò l’attività nel 1925 ma lo voglio ricordare anche come compositore che ha collaborato con la Guido Monaco. E poi era accordatore di pianoforte, quindi molti in città l’hanno conosciuto avendo in casa un pianoforte. Mio padre invece, ancora prima di essere un commerciante, era un grande amante della musica. Sapere che un cliente usciva dal negozio con un disco introvabile era per lui motivo di orgoglio. E poi quando c’era Sanremo, negli anni Sessanta, pur di avere i dischi nei giorni di uscita, prendeva il treno e partiva per Milano per andare alle case discografiche a ritirare i 45 giri».
Tre dischi che o riassumono i suoi primi quarant’anni in negozio.
«Direi We are the world e Thriller di Michael Jackson per le vendite incredibili. E poi Dark side of the moon dei Pink Floyd. Ma ricordo che negli anni settanta le uscite discografiche di Mina, Battisti e dei cantautori in genere erano eventi attesissimi».
Alla Casa Musicale Niccoli sono passati tanti vip in qualità di clienti.
«Moltissimi. A partire dai grandi attori che recitavano al Metastasio o al Politeama. Solo recentemente vorrei ricordare Toni Servillo, Silvio Orlando, Luigi Lo Cascio. E poi Andrea Bocelli che capitava spesso quando studiava in città dal maestro Bettarini».
Per cinque anni vendite solo on line in ogni parte del mondo.
«Proprio stamani mi è arrivata una richieste dall’isola di Reunion. E poi clienti di ogni tipo. Addirittura il grande attore americano Vincent Gallo con un album spedito ovviamente nel Sunset Boulevard di Hollywood a Los Angeles».