Nei difficili rapporti tra Alia Multiutility e la società partecipata (al 40 %) Estra (e i suoi satelliti) è entrata anche la partita dei distacchi. Una sfida che è finita alcune settimane fa con lo stop al provvedimento che AM voleva portare fino in fondo; niente da fare invece secondo quanto disposto dal cda di Estra Energie. I 147 dipendenti restano sia giuridicamente che funzionalmente sotto la società per cui sono stati assunti. Solo per alcune decine di dipendenti di Estra Spa il distacco è diventato operativo.
Tutto ha avuto inizio con la lettera che è stata inviata il 15 luglio (con provvedimento retroattivo al 1 giugno 2024) appunto ai 147 dipendenti di Estra Energie e alle altre decine di Estra Spa. Se giuridicamente i lavoratori restavano sotto la stessa società di appartenenza funzionalmente passavano sotto il coordinamento di AM (secondo alcuni con l’eventuale possibilità di trasferimento entro cinquanta chilometri dal luogo di residenza).
Estra Energie ha la sede legale a Siena, la sede operativa e amministrativa a Prato, uffici operativi anche ad Arezzo (il presidente della società è l’aretino Franco Scortecci).
La maggioranza dei 147 dipendenti ha funzione di vendita e di rapporti con i clienti di Estra energie, il core business della società (dentro la holding Estra Spa). La società ha chiesto un parere legale sui distacchi sia per il merito della questione sia per l’operatività che sarebbe venuta a mancare con il vuoto degli addetti. Il parere legale è arrivato e il 14 ottobre con un’azione propria il consiglio di amministrazione di Estra Energie ha disposto che la lettera inviata da AM non avrebbe avuto corso. I distacchi sono stati fermati. Mentre alcune decine di dipendenti di Estra Spa sono state distaccate per operare in servizi centralizzati. Ma la partita non è finita perché c’è stata sì la sospensione, ma anche AM ha chiesto un parere legale ad hoc. La risposta è attesa a giorni.
C’è chi vede anche in questa questione una nuova puntata del braccio di ferro tra Alia Multiutility e Estra Spa, tra l’ad Alberto Irace e il presidente esecutivo Francesco Macrì. E probabilmente non sbaglia viste le numerose puntate (la tesoreria coordinata, le dimissioni di Irace da dg di Estra, la mancata condivisione strategica).
Il presidente Francesco Macrì si era espresso chiaramente proprio a Prato sul futuro di Estra nei rapporti con la capofila Alia Multiutility: "Estra non ha slancio con il progetto Alia Multiutility sopra la testa, è confinata in un recinto". Ma "Estra non si può ridurre ad una business unit di Alia Multiutility". Macrì aveva auspicato una Multiutility come "holding dei territori che condivide obiettivi con le partecipate, valori da ottimizzare non da comprimere". Una strategia che sembrava essere stata recepita dall’assemblea dei soci tanto che al punto 7 del documento approvato dalla maggioranza si chiede "di valorizzare le entità legali territoriali e di settore nella gestione operativa dei servizi". Si raccomanda "la creazione di appositi comitati endoconsiliari o esterni al CdA, per l’attuazione delle politiche di integrazione, con il coinvolgimento attivo del management delle società partecipate".
L.C.