L’analisi del terzo trimestre della produzione industriale del distretto pratese, effettuata dal Centro Studi di Confindustria Toscana Nord, rivela che il momento molto critico non è superato, ma che il quadro appare a macchia di leopardo, con situazioni ancora in stallo, altre stabili ed altre ancora con performance positive. "Il risultato è negativo con un -8,8% rispetto allo stesso trimestre del 2023. Si va dal -13,8% dell’abbigliamento-maglieria, al -9,9% della metalmeccanica e -8,3% del tessile, ai quali si aggiunge il -1,9% degli altri settori manifatturieri". Lo dicono i numeri che Fabia Romagnoli, vicepresidente di Ctn, analizza scendendo dall’andamento della congiuntura nei territori di Ctn (Prato, Pistoia e Lucca) con una frenata pari a -2,4% rispetto allo stesso periodo del 2023 in linea col dato nazionale del -2,6%, a quelli propri del distretto pratese. Numeri che evidenziano per il distretto un fenomeno importante: "Un’elevata varianza nelle risposte, che porta a rappresentare una situazione fortemente a macchie di leopardo". Un quadro diversificato da azienda ad azienda, senza apparenti ragioni legate alle differenti tipologie produttive, "con l’eccezione del comparto dei tessuti più pesanti che, probabilmente penalizzato anche dai cambiamenti climatici, è quello che soffre di più". Una grande disomogeneità dei risultati che ha bisogno di essere interpretata. "Da qui un risultato statistico che, sebbene nettamente negativo, lo è forse meno della percezione che si ha nel territorio. Questi risultati indicano quanto sia complessa e di difficile lettura la situazione attuale e quanto possano essere di aiuto alle aziende gli incontri di approfondimento che la sezione Sistema moda ha in programma", sostiene Romagnoli.
"Il -8,3% del tessile a Prato scaturisce da una forte varianza, cioè da prestazioni molto differenti fra aziende anche apparentemente simili, varianza che nell’elaborazione statistica porta a un risultato medio in cui forse si riconosceranno in pochi – commenta Francesco Marini, presidente della sezione Sistema Moda di Ctn. Andando a ritroso, Marini traccia l’andamento del tessile pratese degli ultimi anni: 2022 +8,7 rispetto al 2021; 2023 -7,8 rispetto al 2022. "Quanto a quest’anno, i primi tre trimestri hanno segnato rispettivamente, in confronto con i corrispondenti periodi dell’anno precedente, -9,8%, -7,5% e -8,3%. Non è ancora disponibile il dato di settembre per il tessile italiano, termine di confronto importante per noi; fino ad agosto, eravamo in linea".
La rilevazione statistica pone l’attenzione sull’ambito in maggiore sofferenza, quello "dei tessuti più pesanti di lana. Ma la Prato iperspecializzata nella lana per tessuti da inverni rigidi ha saputo reinventarsi nel tempo affiancando a quelle produzioni un’offerta molto più ampia per fibre e pesantezze", aggiunge Marini. Una lungimiranza che oggi risulta utile, sebbene rimangano altri fronti da chiarire. "Bisogna capire l’andamento del nostro distretto ma anche su quello globale della moda, chiederci qual è il sentiment dei consumatori finali dei prodotti della moda e quello che le aziende possono fare, anche sul versante dell’innovazione tecnologica, per venire incontro alle richieste di un mercato complesso da decifrare", puntualizza. I dati del Centro studi diventano punto di partenza per approfondimenti su mercati, prodotti e caratteristiche aziendali. "Per farlo – annuncia Marini – abbiamo organizzato solo per i nostri soci un ciclo di tre incontri di orientamento strategico: con Luca Bettale di OC &C Milano, già in Bain & Company e in McKinsey & Company Italia, grande esperto del mondo della moda; con Francesco Morace di Future Concept Lab, sociologo dei consumi; con Daniele Mazzei, professore associato presso il Dipartimento di Informatica dell’Università di Pisa e Chief Product Officer, nonché co-fondatore, di Zerynth spa, azienda operativa nel campo dell’AI industriale".
Allargando lo sguardo al territorio di Ctn, infine, la contrazione calcolata nell’arco temporale dei primi 9 mesi dell’anno mostra come l’indice destagionalizzato della produzione sia diminuito del -1,6%, circa la metà di quanto avvenuto a livello italiano. Una prestazione che attesta come l’area di riferimento di Ctn si stia difendendo efficacemente in un contesto complicato.