Prato, 6 gennaio 2025 – “L’inchiesta condotta dall’agenzia Reuters nei riguardi dei terzisti che lavorano nella moda, in larga parte conferma quanto denunciamo da anni e fa emergere con forza una situazione di sottovalutazione, lassismo e, forse, connivenza”. Erica Mazzetti, deputata di Forza Italia, e Aldo Milone, già assessore del Comune di Prato, partono dall’inchiesta condotta dall’agenzia di stampa britannica sulla catena di controlli nel settore della moda di lusso – inchiesta che coinvolge anche il comparto delle aziende confezioniste cinesi di Prato che lavorano, in subappalto, per i grandi marchi internazionali – per tornare a porre i riflettori sul distretto illegale. Al centro dell’inchiesta Reuters gli audit (le ispezioni relative al rispetto di regole e diritti dei lavoratori) condotti dalle imprese committenti sulle imprese di fornitura: controlli, come emerge, parziali e annunciati. A fronte di controlli tutti interni alla filiera e che dall’inchiesta emergono come ‘manipolati’ e poco efficaci’, i due esponenti di Forza Italia tornano a chiedere che, a maggior ragione, i controlli pubblici, quelli che si muovono sotto l’egida del progetto Lavoro Sicuro, siano più efficaci.
“Nemmeno due settimane fa siamo tornati sul problema invitando tutti, a partire dal sindaco e dalla Regione, a intervenire, con controlli più approfonditi”. Parlano, Milone e Mazzetti dei controlli degli Ispettori della Regione. “Questi controlli sono sempre stati molto parziali”. Per combattere lo sfruttamento dei lavoratori al nero e dei clandestini serve più incisività: “Negli anni gli Ispettori del Progetto Lavoro Sicuro si sono limitati alle violazioni riguardanti gli impianti elettrici. Un’altra anomalia è la presenza all’esterno dei capannoni della Polizia Municipale, che evita di entrare negli immobili perché altrimenti dovrebbe identificare i lavoratori e quindi far emergere quelli al nero e gli eventuali clandestini”. Agiscono a 360 gradi, invece, le ispezioni del gruppo interforze coordinato dalla Prefettura e che vuole andare a stanare tutte le sfumature di illegalità, dal lavoro al nero all’evasione alla mancata sicurezza.
“Bisogna fare chiarezza – sostengono Milone e Mazzetti – sui controlli degli Ispettori del Progetto lavoro Sicuro, che – a quanto pare – hanno sorvolato sullo sfruttamento dei lavoratori. “Perché la Polizia Municipale negli anni non è entrata nei capannoni per identificare i lavoratori? Quali indicazioni avevano ricevuto in tal senso e da chi? Forse l’identificazione dei lavoratori avrebbe comportato un rallentamento dei controlli degli Ispettori della Regione che erano interessati a sanzionare i titolari per le violazioni della normativa sugli impianti elettrici. Uniche sanzioni che vengono incassate dalla Regione, mentre quelle per il lavoro nero, vanno all’Inps”. I due esponenti azzurri chiedono un intervento della magistratura “su tutta l’attività di controllo degli Ispettori della Regione e un potenziamento della sicurezza sui luoghi di lavoro, per il rispetto della persona e delle norme ambientali. Una richiesta – chiudono – che porteremo avanti anche a livello parlamentari”.
m. c.