Documentari che passione. Leonardo, il giovane regista che ha vinto Visioni dal mondo

Pratese di 27 anni, premiato al Festival internazionale di Milano per "Ultimo battito". Racconta la storia dell’unico fabbro rimasto in Italia a battere il ferro con la forza dell’acqua. .

Documentari che passione. Leonardo, il giovane regista che ha vinto Visioni dal mondo

Pratese di 27 anni, premiato al Festival internazionale di Milano per "Ultimo battito". Racconta la storia dell’unico fabbro rimasto in Italia a battere il ferro con la forza dell’acqua. .

A soli 27 anni il pratese Leonardo Ferro si sta affermando nel mondo del cinema. Già vincitore al concorso Cortolovere con il corto opera prima "A fin di bene", ora per lui un altro riconoscimento importante a Milano, alla X edizione festival internazionale del documentario "Visioni dal mondo", con la direzione artistica di Maurizio Nichetti. Con il documentario "Ultimo battito" ha conquistato la giuria che si è espressa con una motivazione di quelle che non si dimenticano: "Il film avvolge lo spettatore a livello uditivo grazie ai suoni della natura accostati all’incessante battito dei macchinari dell’officina. L’assenza della parola dona forza alle immagini che vengono proposte con una estetica molto ricercata, caratterizzata dalla luce naturale delle location. E’ un’opera coraggiosa che sfrutta il linguaggio del documentario per riproporre la forte visione stilistica del regista, donando una solida e profonda impronta autoriale". Ferro tiene a sottolineare quanto siano stati importanti gli altri componenti del cast: il direttore della fotografia Stefano Paussa e il sound designer Lorenzo Schmitt. Venticinque minuti silenziosi e affascinanti per raccontare la storia di Carlo Galgani, ultimo fabbro in Italia a battere il ferro con la forza dell’acqua, a Pescaglia in provincia di Lucca. I suoni dell’acqua e dei magli, ovvero grossi martelli, si fondono assieme diventando il battito che anima e risveglia la natura. Il cinema di Ferro ha chiari riferimenti ai grandi maestri come Ermanno Olmi, Franco Paivoli, Michelangelo Frammartino. "Al mio arrivo al laboratorio di Carlo – ricorda – mi ha immediatamente colpito la potenza e la profondità sonora del suo maglio, che sembrava riverberare oltre la sua officina. Ho notato un suggestivo gioco di luci e ombre, evocativo di un ciclo di vita e morte. Nelle mie intenzioni, un film che non va solo osservato, ma vissuto, udito, sentito". Ferro si è laureato a Prato in progettazione e gestione di eventi dell’arte, a Milano la seconda laurea in cinema all’università Iulm. Senza dimenticare le sue radici pratesi. "Penso che sarebbe fattibile e possibile portare a Prato un centro artistico cinematografico in cui i giovani possono imparare, vedere film che permetterebbe loro una crescita culturale e artistica".

Nella foto: Ferro al mausoleo di Malaparte, Spazzavento

Federico Berti