Dogaia, situazione al limite: "Lo Stato deve muoversi"

La visita di politici e avvocati dopo le due aggressioni in appena 48 ore. Terranova, presidente della Camera penale: "Organici ridotti all’osso".

Dogaia, situazione al limite: "Lo Stato deve muoversi"

Dogaia, situazione al limite: "Lo Stato deve muoversi"

Prima l’incendio in una cella, poi un suicidio fra i detenuti. E ancora agenti aggrediti e il tentativo di violenza ai danni di un magistrato di sorveglianza. E’ un’escalation di episodi di violenza e disperazione quella a cui si sta assistendo nell’ultimo mese e mezzo all’interno del carcere della Dogaia. Ieri mattina a fare il punto con la dirigenza, ricordiamo che sia il direttore che il comandante non sono di ruolo, è stata una delegazione di avvocati e politici composta da Radicali Italia, Più Europa, Camera Penale e dagli assessori Squittieri e Faggi, oltre al consigliere comunale Pd, Tinagli. In tre ore di sopralluogo è arrivata la conferma di una condizione d’emergenza all’interno del secondo carcere più importante del centro Italia. Al momento ci sono 550 detenuti, di cui il 60% stranieri. Gli organici degli agenti di polizia penitenziaria sono però ridotti all’osso, soprattutto per ispettori e sottufficiali con scoperture superiori anche del 50%. "Ci sono stati episodi di una gravità inaudita – spiega Matteo Giusti, presidente del comitato nazionale di Radicali Italiani –. Qui a Prato arrivano molti dei detenuti problematici di tutta la Toscana perché la Dogaia è uno dei pochi centri dove ci sono gli strumenti per poterli controllare. Questo comporta uno stress maggiore agli agenti che già devono fare i conti con le carenze d’organico". L’altro tema centrale è la condizione di detenzione. "Bisognerebbe intanto sopperire ai bisogni di base – prosegue Giusti -. Ci sono sezioni in cui mancano le condizioni minime di dignità per vivere. Questo inficia sulla qualità della vita di agenti e detenuti".

Preoccupazioni sono state espresse anche da Gabriele Terranova, presidente della Camera Penale di Prato. "Questo è un carcere dove si percepisce una chiara situazione di tensione – dice –. Per fare capire i problemi, basta dire che questa visita volevamo organizzarla il 24 dicembre, ma era domenica e ci è stato chiesto di spostare il sopralluogo a oggi per evitare di creare disturbo agli equilibri del carcere. La carenza d’organico è netta, e si sente soprattutto nella mancanza di sottufficiali che hanno un ruolo fondamentale di gestione dei rapporti fra agenti e personale dirigente". Tinagli chiede "rispetto" per Prato: "Questa è la prima struttura della Toscana per complessità. E la carenza d’attenzione dello Stato è evidente".

Sdb