REDAZIONE PRATO

Dolc’è, passione di famiglia. Roberto: "Amo quello che faccio. E cerco sempre di migliorarmi"

Bruni da 45 anni continua a sfornare prelibatezze. Prima aveva gestito il bar Millevoglie. Da 7 anni ha aperto la pasticceria in via Roma dove lavorano anche moglie e figlia .

Bruni da 45 anni continua a sfornare prelibatezze. Prima aveva gestito il bar Millevoglie. Da 7 anni ha aperto la pasticceria in via Roma dove lavorano anche moglie e figlia .

Bruni da 45 anni continua a sfornare prelibatezze. Prima aveva gestito il bar Millevoglie. Da 7 anni ha aperto la pasticceria in via Roma dove lavorano anche moglie e figlia .

In via Roma esiste un angolo di dolcezza che in poco tempo è riuscito a conquistare il palato di molti. Si tratta della pasticceria Dolc’è, guidata con passione e dedizione da Roberto Bruni. La sua storia è un lungo viaggio affascinante che inizia quando aveva soltanto 14 anni. Giovanissimo decise di avvicinarsi al mondo del lavoro che lo portò verso quella che è diventata prima di tutto la sua passione, prima di essere un mestiere, tanto è l’amore che mette in ogni sua creazione. Da 45 anni, Roberto Bruni, crea dolci e ogni dolce che esce dal suo laboratorio è preparato con l’intento di regalare un sorriso.

Al suo fianco la moglie Simona Mari Ricci e oggi anche la figlia Alessia, insieme guidano quello che è diventato un punto di riferimento per molti: quasi 500 le colazioni servite ogni giorno che diventano 900 il fine settimana e nelle festività. Oltre settanta tipi di paste che ogni giorno sono nella vetrina: dalle classiche a quelle con i cereali, con la sfoglia al carbone vegetale e ogni tipo di frutta. Un trionfo di gusto per il piacere di dei palati più esigenti.

La filosofia che accompagna Roberto Bruni è semplice: "Ho molta voglia di fare e quello che faccio lo faccio al meglio - dice -. Alla mia età, dopo 45 anni in pasticceria, cerco di rendere sempre migliori le creazioni che conosco". Dolci realizzati migliaia di volte da risultare oggi perfetti. La vita del pasticcere è una vita di sacrifici e solo chi ama il proprio lavoro può resistere tanto a lungo: ogni notte Roberto e la moglie aprono il laboratorio alle 3, per essere pronti alla 5 della mattina a servire paste calde e appena sfornate. I clienti della notte ci sono: forze dell’ordine, metronotte, operai. "Ci fa piacere essere aperti e dare un servizio a chi è al lavoro", dice. E come dargli torto.

La pasticceria Dolc’è aperta sette anni fa in via Roma, arriva dopo molte esperienze nel settore. Roberto Bruni ha gestito per anni il bar Millevoglie in via Galcianese, poi il progetto di aprire un locale più piccolo che potesse essere gestito più facilmente anche a livello familiare e che fosse soltanto decliato alla pasticceria.

"In via Galcianese facevamo i pranzi ed eravamo aperti tutti i giorni dell’anno, era diventato totalizzante e così ho scelto di prendere un locale più piccolo che mi permettesse di dedicarmi solamente e totalmente alla mia passione ossia la pasticceria", racconta. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti. La creazione più famosa è il profitterol, con cialda croccante e bignè. Una delizia per il palato. Fin da giovane, Roberto ha avuto la fortuna di lavorare a fianco di grandi maestri del settore. Incontri che non solo gli hanno permesso di apprendere le tecniche fondamentali della pasticceria, ma anche di scoprire i segreti e l’arte che si celano dietro ogni dolce. Tra farine, zuccheri e profumi avvolgenti, ha affinato le sue abilità, trasformando la sua passione in un vero e proprio mestiere.

"Ho avuto la fortuna di lavorare accanto a Luca Mannori e al primo pasticciere del bar Orgiu quando era la famiglia Orgiu a guidare il locale - aggiunge -. Prato ha una grande tradizione nella pasticceria e vanta una concentrazione di maestri davvero invidiabile. Ho avuto la fortuna di imparare questo mestiere al loro fianco e anche rubare qualche segreto", sorride Roberto. "Sì perché oggi ci sono le scuole di cucina, i pasticceri insegnano ai giovani, ma all’epoca ognuno era geloso dei propri segreti - spiega -. La pasticceria è chimica, tutto deve essere curato nel minimo dettaglio, la cucina invece è più permissiva da un certo punto di vista. I pasticcieri di una volta avevano ricettari che tenevano gelosamente nascosti". Grandi libri maestri con i segreti del perfetto pan di spagna o della crema chantilly. Oggi quei segreti Roberto li porta tutti con sé e con grande maestria ogni giorno sforna vere e proprie delizie.

La storia di Roberto Bruni e della pasticceria Dolc’è è una testimonianza di come la passione e la dedizione possano trasformare un sogno in realtà. Con le sue colazioni, Roberto Bruni nutre non solo il palato ma anche l’anima di chi varca la soglia del suo locale. E oggi, dopo 45 anni, tra un dolce e l’altro, continua ancora a scrivere la sua dolce storia, una fetta alla volta.

Silvia Bini