REDAZIONE PRATO

Don Ciotti parla ai ragazzi: "Non mettete in vendita la vostra vita, la libertà"

Incontro al Pecci con gli studenti di Marconi e Livi. "Qui un ottimo procuratore: non ha paura di denunciare. Mai voltarsi dall’altra parte dinanzi alle ingiustizie".

Don Ciotti parla ai ragazzi: "Non mettete in vendita la vostra vita, la libertà"

Incontro al Pecci con gli studenti di Marconi e Livi. "Qui un ottimo procuratore: non ha paura di denunciare. Mai voltarsi dall’altra parte dinanzi alle ingiustizie".

Ha elogiato il procuratore Luca Tescaroli, che ha acceso i riflettori nazionali sulla questione della criminalità organizzata a Prato, chiedendo l’istituzione di una direzione distrettuale antimafia. "In questa città avete un ottimo procuratore – ha detto, rivolgendosi alla platea – il suo curriculum parla per lui: non ha paura di denunciare". E ai presenti, soprattutto ai più giovani, don Luigi Ciotti ha ribadito l’importanza dell’impegno civico e sociale contro la criminalità, ricordando gli esempi che arrivano da Giovanni Falcone, Carlo Alberto Dalla Chiesa e da tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine e della magistratura uccisi dalla mafia. Ieri mattina, il fondatore di Libera ha incontrato al Centro Pecci oltre duecento studenti di quinta superiore, provenienti dal Marconi (in gran parte) e dal Livi, per un’iniziativa nata dalla collaborazione con il professor Alessandro Ventura, il dirigente scolastico del Marconi Paolo Cipriani e il vescovo Giovanni Nerbini. Don Ciotti ha ripercorso la propria storia a partire dall’impegno con il Gruppo Abele, nato nel 1965, per sostenere il recupero dei tossicodipendenti. Ha raccontato la nascita della sua associazione e ha risposto alle domande dei giovani toccando temi che vanno dallo sfruttamento ai diritti, passando per i pericoli per i giovani, le carceri anche minorili e il reinserimento di chi ha sbagliato. Li ha esortati a non perdere il senso di cittadinanza, a non voltarsi dall’altra parte dinanzi alle ingiustizie e a coltivare il seme della conoscenza come strumento di libertà. "Diffidate di chi parla di voi ma non parla con voi, sappiate distinguere tra seduttori e gli educatori. I primi seducono con immagini, parole scelte ad arte, proposte per catturarvi così come le mafie. Propongono soldi facili per piccoli reati e per lo spaccio – ha detto ai ragazzi - non mettete la vostra libertà e la vostra vita in vendita. Non lasciatevi tentare dalle lusinghe della società delle merci che spaccia illusioni. Cambiare è possibile". Don Luigi ha poi approfondito la questione legata alle mafie, facendo presente come queste organizzazioni siano ormai radicate non solo in tutta Italia, ma in tutto il mondo. "La ‘ndrangheta calabrese è presente in cinque continenti e 42 Paesi. Basta questo a far capire come nessuna regione italiana possa oggi dirsi esente dalla presenza mafiosa. Nemmeno la Toscana – ha proseguito – già nel primo ‘900, don Luigi Sturzo faceva notare come la mafia avesse "i piedi in Sicilia e la testa a Roma". Anzi, la mafia è oggi probabilmente più forte al Centro-Nord, dove circolano più risorse. Anche in Toscana le mafie sono presenti da decenni". Prima di salutare gli spettatori, don Ciotti ha rivolto un ultimo appello agli studenti, invitandoli a non rimanere mai nella neutralità davanti all’ingiustizia. E non risparmiando una "stoccata" alla politica. "Vengono modificati alcuni strumenti fondamentali – ha concluso -: c’è chi vuole andare verso l’abolizione del falso in bilancio e del concorso esterno in associazione mafiosa, ad esempio. Una delle malattie della società odierna è rappresentata dai neutrali, persone che non si sporcano le mani e poi diventano professionisti della lamentela. Solo unendoci diventiamo una forza capace di cambiare le cose".

Giovanni Fiorentino