C’è religione alla sesta ora, alle medie Mazzoni: chi la fa resta in classe, chi non la fa esce. E chi esce riprende il cellulare dalla scatola sulla cattedra: niente telefonini nelle tasche degli studenti durante la lezione. Fin qui tutto normale. Il 9 gennaio però, al termine dell’ora di religione, succede che il cellulare non venga più ritrovato da una studentessa rimasta in classe per quella materia. Telefonino dal valore di 300 euro sparito dalla scatola. La ragazzina ne parla con i professori ma del cellulare nessuna traccia. Il padre va su tutte le furie e si presenta in questura per denunciare l’accaduto. Passano venti giorni e ci risiamo. Stavolta alla figlia viene sottratto il giubbotto nuovo di zecca, da poco regalato dai genitori. È successo martedì, durante il rientro pomeridiano per gli alunni dell’indirizzo musicale. La ragazzina doveva uscire alle 15 ma, vedendo che tardava a rientrare a casa, il padre si è messo in allarme: ritardo dovuto alla ricerca (vana) del giubbotto dentro la scuola. A distanza di tre giorni, l’indumento non è più tornato indietro: è la goccia che fa traboccare il vaso. "Sembra impossibile che questi episodi accadano in una scuola che dovrebbe essere un ambiente sicuro – denuncia il genitore – Ho avuto un confronto con la preside e i docenti ma ci vogliono più controlli e oltretutto da parte della scuola non vedo un grande interessamento, tanto più che in quella classe furti del genere avvengono di frequente, anche di soldi". Logico che bruci di più il furto del cellulare rispetto a quello del giubbotto. "D’altro canto gli studenti sono obbligati a lasciare il cellulare nella scatola", ricorda il babbo che ha chiesto alla preside se potesse essere coperto dall’assicurazione annuale (cosa non fattibile).
Per la dirigente Giuseppina Cappellini si parla di due questioni distinte: "Il giubbotto – spiega – era stato lasciato incustodito in orario pomeridiano quando gli spazi sono frequentati anche dagli adulti del centro di istruzione provinciale". Sul capitolo cellulare la dirigente richiama invece la circolare diramata agli inizi dell’anno scolastico che vieta l’uso degli apparecchi, dei quali il corpo docenti non può essere responsabile. Circolare praticamente disattesa: ormai alle medie si va a scuola con i cellulari . "I ragazzi li ripongono in una scatolina sulla cattedra ma non possiamo esserne responsabili se succede qualcosa. Per quanto possano essere collaborativi, i docenti non possono certo mettersi a perquisire i loro alunni. In ogni caso, si parla di episodi isolati e saltuari in una ‘comunità’ grande come la nostra". C’è anche un altro aspetto legato alle dimensioni del plesso di via San Silvestro (in tutto 19 classi) e alla dotazione di personale Ata. In sostanza, dice la preside, la coperta è corta: "Siamo sotto organico di almeno due custodi. Potevamo avere una boccata d’ossigeno dal personale Pnrr ma il problema è che non vengono autorizzate supplenze in caso di sostituzione di maternità".
Maria Lardara