Alluvione, il novembre 2023 è ancora una ferita aperta. Due gli scenari sotto i riflettori. Il primo: i ristori. Il secondo: i lavori urgenti e la prevenzione necessaria.
Perché non accada più, al di là del cambiamento climatico e delle sue conseguenze, cosa si sta facendo sul piano degli interventi per non farsi trovare impreparati nel prossimo autunno?
Sui ristori si è giocato un braccio di ferro prolungato tra Regione Toscana e Governo Meloni con rimpallo di responsabilità e polemiche tra centrosinistra toscana e centrodestra dell’esecutivo. Fino a quando i rimborsi, annunciati dalla premier in visita a Firenze nel marzo scorso per firmare il patto di sviluppo e coesione regionale, sono arrivati con bonifico diretto nelle casse toscane.
I rimborsi (da luglio il via alle pratiche), spiega il presidente toscano Eugenio Giani, "con lentezza stanno arrivando". Sul piano dei ristori "voglio però sottolineare come la Regione abbia fatto la sua parte". I 25 milioni di euro "che abbiamo messo nel bilancio della Regione penso siano stati fondamentali per dare il segnale che le istituzioni ci sono, al di là di quelle che sono e saranno le risorse del Governo".
E le prospettive per dare concretezza alla prevenzione? Per evitare che qualche rio o corso d’acqua si trasformi in un incubo come avvenuto nella notte tra il 2 e il 3 novembre?
"E’ importante guardare ai lavori di prospettiva perché per prevenire quello che abbiamo visto il 2 e il 3 novembre dobbiamo potenziare quella che è la capacità di regimentare un tessuto complesso sul piano idrogeologico quale quello della nostra rete primaria, ma anche secondaria dei corsi d’acqua" ammette il governatore Giani.
Da Firenze è partito un dossier per Roma: è stata effettuata una mappatura di tutta la regione Toscana e sono stati evidenziate quali sono le criticità tuttora evidenti che provocano preoccupazione. E Giani annuncia: "Abbiamo inviato al Governo un piano da oltre un miliardo per interventi che possono essere realizzati. Se questi ci vengono finanziati come, a mio giudizio è giusto e naturale che sia, sapremo dare una risposta di potenziamento degli aspetti che si legano alla prevenzione rispetto agli stati di calamità".
L’emergenza legata al dissesto idrogeologico toscano è conosciuta. E’ corsa contro il tempo, anche durante l’estate, per mettere in sicurezza fiumi, torrenti e affluenti principali e secondari. Stop ai corsi d’acqua ’tombati’ che, come avvenuto in Val Bisenzio, sono letteralmente esplosi provocando danni a strutture e cittadini.
Esiste, messo nero su bianco dall’Autorità distrettuale di bacino, un piano ad hoc per la Toscana. E’ il Piano di gestione Rischio Alluvioni, il piano di riferimento in materia di prevenzione idraulica ed è stato approvato con decreto ministeriale. Le sue norme di attuazione "rappresentano in termini di gerarchia delle fonti ciò che per legge deve essere tenuto in considerazione per poi legiferare a livello regionale in tema di urbanistica, edilizia e conseguentemente dare o non dare autorizzazioni per costruire o intervenire in qualsiasi modo sul territorio" ha spiegato il segretario dell’Autorità Gaia Checcucci.
Luigi Caroppo