LAURA NATOLI
Cronaca

Nei guai una pratese di 37 anni: bloccata all’aeroporto di Tel Aviv con 10 chili di ketamina in valigia

La donna è in stato di fermo da una settimana in un carcere femminile per traffico internazionale di droga. Rischia una pena severa. L’ambasciata italiana segue il caso. La madre: “Preferiamo non dire nulla”

Controlli antidroga all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv

Controlli antidroga all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv

Prato, 1 febbraio 2025 – E’ stata bloccata all’aeroporto di Tel Aviv con una valigia piena di ketamina. Sono ore di apprensione per una donna pratese di 37 anni, che si trova reclusa da una settimana in un carcere femminile in Israele, a una trentina di chilometri di distanza da Tel Aviv. L’accusa nei suoi confronti è pesante: traffico internazionale di droga. Secondo quanto appreso, la donna sarebbe al momento in stato di fermo, in attesa che le autorità israeliane convalidino l’arresto. La vicenda è ancora poco chiara e del caso se ne sta occupando l’ambasciata italiana in Israele che ha già messo al corrente le autorità italiane.

Da una prima ricostruzione, sembra che Daria, che risulta residente a Prato insieme alla mamma e al fratello, sia stata fermata all’aeroporto di Tel Aviv, dove era arrivata per un viaggio di piacere, il 24 gennaio scorso. Da allora, però, la famiglia non ha avuto più notizie di lei tanto che la madre ha sporto denuncia di scomparsa in questura a Prato.

Nei giorni successivi è emerso quello che le era accaduto. Daria è stata bloccata allo scalo di Tel Aviv dove, in seguito a un controllo, le guardie hanno trovato, nascosti nella sua valigia, dieci chili di ketamina, una potente droga sintetica molto diffusa e più costosa della cocaina. A quel punto è stata trattenuta e portata in carcere (dove le è stato assegnato un avvocato di ufficio) con l’accusa di traffico internazionale di droga, reato che prevede pene severe. Come da prassi è stata informata l’ambasciata che a sua volta ha avvisato le autorità italiane, i ministeri competenti, oltre alla questura, prefettura e procura pratesi. Sulla vicenda vige il massimo riserbo e dalla questura preferiscono “non rilasciare nessuna dichiarazione”.

La famiglia della donna, che vive a Prato dove la notizia sta circolando veloce, sta seguendo l’evolversi della situazione con estrema preoccupazione.

“La questione è molto delicata, al momento preferiamo non dire nulla”, ha detto la madre visibilmente provata confermando di aver fatto denuncia di scomparsa dopo qualche giorno che non aveva più notizie della figlia. Che cosa ci facesse Daria Franchi a Tel Aviv non è stato chiarito. Come non è chiaro se la donna fosse lì di passaggio, se fosse in arrivo dall’Italia o se stesse facendo ritorno a casa, oppure se fosse diretta da qualche altra parte. Quel che è certo è che la polizia israeliana ha trovato il grosso quantitativo di droga nella sua valigia.

Della vicenda se ne sta occupando il sottosegretario agli Esteri, Giorgio Silli, pratese, che ha la delega ai detenuti italiani all’estero e che recentemente ha raccontato del caso di Cecilia Sala. Silli – contattato al telefono – ha solo confermato che il caso “è sui tavoli della Farnesina” ma al momento ha preferito non rilasciare nessuna dichiarazione.