
Michele Viliani, tecnico faunistico incaricato dagli Atc per la gestione del cervo
"Per controllare la presenza di cervi nei nostri boschi e nelle aree coltivate è fondamentale il ruolo della caccia di selezione. Ma per effettuarla occorre partire dal censimento degli animali presenti". A spiegarlo è Michele Viliani, tecnico faunistico incaricato dagli Atc per la gestione del cervo Acater, ovvero nelle aree condivise tra Toscana ed Emilia Romagna.
Come è organizzato il censimento?
"Vengono effettuati due monitoraggi, uno a primavera e l’altro a settembre, durante la stagione degli accoppiamenti. Per i cervi, a differenza di quanto avviene per capriolo, daino, cinghiale e muflone, i monitoraggi vengono organizzati a cavallo fra Emilia Romagna e Toscana, in modo congiunto, perché questi animali si muovono in areali molto ampi, superando i confini regionali".
Chi li effettua?
"Vengono coordinati dalla Regione e dagli Atc, gli ambiti territoriali di caccia. In primavera sono svolti con la collaborazione dei cacciatori iscritti ai distretti di gestione e dai tecnici incaricati, mentre in autunno partecipano anche soggetti diversi, che approfittando dell’occasione per ascoltare i bramito, il particolare richiamo del maschio".
Quanto durano gli avvistamenti?
"Di solito a primavera organizziamo tre uscite in una settimana, massimo 10 giorni, coinvolgendo ogni volta 22/25 equipaggi da due/ tre persone ciascuno. A ogni coppia viene assegnato un territorio che percorre un tragitto di circa tre ore con un faro alogeno o visore termico. Si ha così un quadro della popolazione minima stimata e su questo possiamo parametrare il piano di prelievo della stagione successiva".
Quanto è estesa la popolazione dei cervi?
"Si stima, in Toscana, la presenza di circa 1500 capi. In alcuni casi gli esemplari sono diventati più difficili da vedere, sia per problemi legati alla predazione da parte dei lupi, sia per casi di bracconaggio che li rendono più diffidenti. Può succedere così che si spostino verso le zone abitate, aumentando in realtà il rischio di venire feriti in collisioni stradali o di restare imprigionati nelle reti di recinzione e di essere predati".
Come vengono coinvolti i cacciatori?
"Ogni cacciatore deve superare un esame, curato dalla Regione, per dimostrare di saper distinguere un esemplare maschio da una femmina o da un cucciolo. Fra chi ha i titoli vengono quindi assegnati i capi da abbattere, massimo uno a testa, con precise caratteristiche. Si effettua poi un controllo sul capo abbattuto e, successivamente, sulla mandibola. In caso di errore, il cacciatore viene sospeso per un periodo variabile in base alla gravità del caso".
E se qualcuno abbatte un cervo senza autorizzazione?
"Il bracconaggio esiste, ma è abbastanza complesso da mettere in atto. Un cervo maschio adulto pesa dai 220 ai 230 kg, non a caso in Casentino viene chiamato "setteviaggi". È difficile ucciderlo e portarlo via senza che qualcuno se ne accorga. E i cacciatori hanno tutto l’interesse a favorire il rispetto delle regole".
Lisa Ciardi