REDAZIONE PRATO

E ai Gigli non si trovano più commesse "Stipendio da 1.400 euro. Ma nulla"

Tanti cartelli in vetrina. A disincentivare è l’orario di lavoro (fino alle 22) e il weekend

E ai Gigli non si trovano più commesse "Stipendio da 1.400 euro. Ma nulla"

I negozi del centro commerciale I Gigli a Campi Bisenzio sono un serbatoio ricchissimo di offerte di lavoro ma...il personale non si trova. Le proposte si dividono in ricerca di stagisti e commesse a tempo determinato o indeterminato e anche figure come manager. Perché non si trovano più le commesse? Perché i cartelli sono in vetrina da mesi? Nei negozi grandi marchi spiegano che l’ostacolo è il weekend lavorativo, poi l’orario che dal lunedì al sabato è dalle 9 alle 22 e la domenica 9-21. A tutto questo si aggiunge l’elemento di molti contratti part time poco remunerativi. Ci sono però in galleria anche negozi che offrono un ambiente di lavoro familiare ma non trovano lo stesso personale: è il caso di Spazio Ragazzi, calzature per bambini e ragazzi presente dal 1997 ai Gigli, cioè dall’apertura. Melissa Ganthaler è la titolare: "Sto cercando una commessa ma non si trova, né col cartello in vetrina né allo sportello Arti della Regione Toscana. Dal mio punto di vista manca lo spirito di sacrificio cioè la voglia di lavorare. Ho 5 dipendenti e sono la prima a dire che la formula dello stage non è giusta perché a fronte di 36 ore di lavoro, la paga è 500 euro e il tutor deve affiancare lo stagista sempre. La commessa o il commesso che cerchiamo riceve 14 mensilità, stipendio medio di 13001400 euro, il festivo da contratto è maggiorato del 10% circa e gli straordinari sono pagati. Ho sempre garantito due pacchetti di 15 giorni di ferie tutti insieme e non spezzettati come fanno tanti negozi e questo ambiente è come una famiglia. Nonostante tutto non si trovano addetti alle vendite: cosa posso offrire di più?". Anche in questo caso le perplessità riscontrate nei futuri commessi sono sul lavoro nel fine settimana: "Ai dipendenti – prosegue Ganthaler – cerco di far alternare il sabato e la domenica affinché un giorno possano passarlo in famiglia. Con le liberalizzazioni il mondo del commercio è cambiato, qui nel weekend si concentra il 6070% del lavoro, un po’ meno in estate ma non si fanno mai più di 40 ore a settimana e 6 giorni lavorativi. Certamente, ci sarebbero molti aspetti da riguardare, come l’orario dalle 20 alle 22 che è di bassissima affluenza, il Contratto nazionale sulla retribuzione del lavoro festivo, i costi per le aziende...". M. Serena Quercioli