Il cambio di rotta sull’inceneritore di Montale messo in atto dai Comuni proprietari non piace a Montemurlo. Amministrazione che non è proprietaria dell’impianto, ma sul cui territorio ricade la gran parte dei fumi del termovalorizzatore visto che si trova proprio sul confine. Non si tratta di fumi tossici: le sicurezze e i controlli sulle emissioni sono ferree, ma comunque si tratta pur sempre di sostanze provenienti da un impianto di incenerimento rifiuti.
La proposta di un allungamento della gestione di tre anni più uno è stata avanzata dai sindaci di Montale e di Quarrata, due dei tre Comuni, insieme ad Agliana, soci del Cis spa, la società proprietaria del termovalorizzatore. Ma anche il sindaco di Agliana, pur tenendo una posizione contraria all’incenerimento e favorevole alla dismissione dell’impianto, ritiene comunque necessaria una proroga. "Come Comune di Montemurlo stiamo osservando quelle che sono le valutazioni dei Comuni a noi confinanti e proprietari dell’impianto riguardo alla gestione dell’inceneritore di Montale – sottolinea il sindaco Calamai –. Per quanto ci riguarda rimane valida la valutazione che avevamo fatto in passato, condivisa per altro con i Comuni che ora propongono la proroga. Per Montemurlo si deve arrivare allo spegnimento dell’impianto di incenerimento nel corso del 2024". Il sindaco, Simone Calamai, non ci sta e chiarisce la posizione del Comune di Montemurlo circa l’ipotesi della proroga di 4 anni dell’attività di incenerimento dell’impianto di Montale.
Il sindaco di Montemurlo ci tiene a precisare che la necessità di spegnimento dell’impianto non parte dal presupposto "che ci siano presenze inquinanti, perché le tecnologie adottate dimostrano la loro validità e sicurezza, ma perché abbiamo messo al centro di questa valutazione, ormai da anni, il fatto che i territori che hanno ospitato impianti di questo tipo debbano ruotare". Per Calamai i Comuni intorno all’inceneritore hanno "già dato tanto in termini di ambiente" ed è necessario che altre zone si alternino nell’ospitare presidi di questo tipo.
"La zona dell’inceneritore è a confine con il nostro comune e la comunità locale, ormai da diversi decenni, ha già dato - dice -. L’auspicio è che i proprietari dell’impianto siano in grado di trovare soluzioni alternative per la riconversione dell’impianto in altre tecnologie, tutelando i posti di lavoro e a servizio dell’ambiente di questi territori". Dunque, per Montemurlo la soluzione possibile è solo quella dello spegnimento e della riconversione. L’attuale gestione dell’impianto, affidata alla ditta Ladurner, scadrà il 31 dicembre 2024. Se non verrà fatto nulla a quella data l’inceneritore dovrà cessare la sua attività. Per questo Montale e Quarrata propongono di prendere tempo facendo un bando per un prolungamento della gestione di 3 anni più uno. Ma Montemurlo non ci sta.
Silvia Bini