E’ morto Lando Bartolini. Prato resta senza voce

Il celebre tenore di Casale aveva 87 anni. E’ deceduto nella sua casa di Tizzana. Ha il record delle interpretazioni di Calaf: per 179 volte nella Turandot.

E’ morto Lando Bartolini. Prato resta senza voce

E’ morto Lando Bartolini. Prato resta senza voce

Se n’è andato nell’anno in cui il mondo celebra il centenario di Puccini, lui che ha il record delle interpretazioni - 179 - di quel Calaf, principe ignoto di Turandot, lasciato incompiuto da Puccini. Il tenore Lando Bartolini è spirato giovedì alle 8 nella sua casa di Tizzana a 87 anni. Per le esequie si attende l’arrivo di una delle due figlie che vive in America, ma certamente si terranno nella chiesa di Casale, il suo paese d’origine e verrà sepolto nel cimitero accanto alo fratello Lino. "Non sono di Firenze – precisava puntigliosamente ai giornalisti in giro per il mondo – sono di Prato". Ovvero di Casale dove a 15 anni era già in filatura : "Annodavo tremila fili a mano".

La storia di Lando Bartolini potrebbe essere la trama di un’opera lirica, per il contorno avventuroso: uno zio Reginaldo frate domenicano carismatico e controcorrente che lo ospita "nel nuovo mondo" in viaggio di nozze con Deanna, compagna di vita di grande forza, affetto e comprensione. "Firenze sei bella…" canta Lando in occasione di un pranzo sociale in America. Qualcuno intuisce la natura vocale dell’ospite: Bartolini vince una borsa di studio e il prestigioso Premio Mario Lanza. Lavora e studia meccanica ed elettronica per vivere.

Se n’è andato a Tizzana nell’anno in cui l’Italia ha ottenuto il riconoscimento Unesco del "canto lirico" bene culturale dell’umanità. Bartolini è stato un alfiere di quel saper cantare all’italiana, tenore dal timbro lucente, intensità drammatica, articolazione della parola "all’antica", interpretazione moderna. Conosciuto e apprezzato da tutti i direttori nei più grandi teatri del mondo, ha sempre confessato il rammarico di non riuscire a cantare un’opera nella sua città. "Per quella Tosca inaugurale del Politeama nel 1999 – confidò – sarei venuto gratis". Un repertorio di oltre trenta titoli che accanto a Verdi e Puccini interpreta opere ignote, messe su con una capacità innata. C’era anche quella rara "Cena delle beffe" che aveva cantato a New York, testo del nostro Sem Benelli, che qualcuno tentò di allestire per il Politeama, con Bartolini protagonista, senza compenso per amore della sua città; ma il progetto non andò in porto. "Principe ignoto" lo definisce nel titolo Anna Maria Gasparri Rossotto autrice di una bella biografia: ignoto forse nella sua città. Amarezza, perché amava troppo Prato: verrà sepolto a Casale accanto a suo fratello Lino, cantante conosciuto come "Rocco Montana" anni ’50 (tragicamente morto in un incidente). "O terra addio.. l’anime erranti volano al raggio dell’eterno dì!" Quante volte Radames-Lando ha intonato questo finale di "Aida". Resta la sua impronta nell’album delle grandi voci.

Goffredo Gori