Prato, 10 dicembre 2020 - Una notte terribile ha portato la notizia della morte di Paolo Rossi, gettando anche Prato, che l'ha visto nascere e dare i primi calci al pallone, nello sconforto. La notizia è arrivata in piena notte, fra mercoledì e giovedì, segnando ancora di più questo 2020 come un anno nero.
Rossi era nato a Prato il 23 settembre del 1956 e aveva dunque 64 anni. Iniziò a giocare presto con il Santa Lucia e da lì in poi non si sarebbe più fermato, arrivando dal campo intitolato al padre Vittorio, ex ala destra del Prato, fino al trionfo nel Mondiale del 1982 che lo ha reso un eroe immortale del calcio.
Dopo l'esplosione al Vicenza, l'approdo alla Juventus e la vittoria nel campionato del mondo avevano reso orgogliosa la sua città.
Tra la fine del 2016 e l'inizio del 2017 Prato gli aveva reso onore ancora una volta ospitando la mostra 'Pablito Great Italian Emotions' con cimeli unici, foto, video e articoli che fecero rivivere le emozioni dell'avventura mondiale. 'Non vivo solo di ricordi - disse Pablito - ma la mostra è un modo per far conoscere ai più giovani quel periodo e cosa hanno significato gli anni Ottanta per la nostra Italia e per la mia città. La mostra intende far rivivere tutte le emozioni provate dagli italiani nei momenti della vittoria del Mondiale, quando l'Italia intera si ritrovò unita a festeggiare'.
Nel settembre del 2018, a 92 anni, si era spenta la mamma di Rossi, Amelia Ivana Carradori, nella sua casa di via Fucini a Santa Lucia. Quella casa dove tanti erano andati a festeggiare nelle notti del 1982. Quella casa che ora è definitivamente più vuota, con la morte di Pablito.