Alle radici del rinascimento musicale pratese. E’ appena usicto per le edizioni Tactus il "Secondo Libro di musica sacra. Venezia 1605" di Biagio Pesciolini, prete e maestro di Cappella dal 1563 al 1599: il nuovo disco dell’ensemble Tuscae Voces diretto da Elia Orlando, con la partecipazione dell’ensemble strumentale La Pifarescha. L’album in formato fisico e in digitale è il secondo libro di musica sacra di Pesciolini, trascritto recentemente dal musicologo Paolo Belli e dallo stesso Elia Orlando. Del prolifico compositore pratese sono presenti musiche non solo nelle biblioteche italiane ma anche a Londra, Berlino, Danzica, e l’indagine di recupero non è stata facile come racconta Orlando. "Nonostante l’interesse intorno alla sua figura, che negli anni ha portato numerosi studiosi a scrivere di lui, prima non era possibile reperire alcun tipo di materiale riguardante le sue composizioni – spiega –. Questo tassello mancante nella storia della nostra città ha innescato un processo di studio che ha portato alla riscoperta del compositore, prima attraverso il reperimento delle sue opere e la loro trascrizione moderna, in seguito all’esecuzione della sua musica".
Il progetto discografico è il culmine di un lavoro di ricerca cominciato nel 2020: questo disco, cronologicamente, è l’ultima tappa del percorso di studio su Pesciolini, avviato nel 1996 dalla giornata di studi organizzata dal maestro e compositore pratese Roberto Becheri, i cui atti sono stati pubblicati nel 2002. Il contributo più recente è quello di Marco Mangani (2023), cui segue l’edizione critica oggetto della tesi di Paolo Belli. Il disco riporta in 17 tracce una Messa e cinque mottetti per doppio coro a dieci voci, tre mottetti e il cantico Magnificat per doppio coro a otto voci, due mottetti a sei e uno a cinque voci. Con questa nuova avventura culturale, la musicologia si traduce in preziosa prassi esecutiva attraverso il nuovo lavoro discografico dell’ensemble vocale Tuscae Voces diretto da Elia Orlando, per riportare alla luce l’opera di un compositore pratese, la cui lontananza nel tempo arricchisce la suggestione dell’ascolto insieme al patrimonio musicale della nostra città.
Goffredo Gori