REDAZIONE PRATO

"Economia parallela, intollerabile"

"L’operazione della Finanza desta preoccupazione". Lo afferma Salvatore Calleri, presidente della Fondazione Antonino Caponnetto, secondo il quale "Firenze e Prato si confermano per la criminalità cinese polo di riferimento". "La situazione - aggiunge - non va in alcun modo sottovalutata in quanto siamo di fronte ad un fenomeno storicamente ben più ampio di quello colpito dall’operazione che si basa su una società economica parallela che non può essere più tollerata. Poco più di venti anni fa - conclude - fu dimostrata l’esistenza della mafia cinese in Toscana con sentenza passata in giudicato". La Fondazione si riferisce alla famosa inchiesta soprannominata ’Gladioli rossi’. L’operazione della Dda fiorentina del 1999, aveva portato a scoperchiare la cupola delle Triadi cinesi in Toscana. Furono 25 gli ordini di custodia cautelare emessi. A capo della cupola c’erano tre famiglie cinesi che, dietro la copertura di ristoranti tra Prato e Firenze, gestivano il traffico di “schiavi” e immigrati clandestini che dalla Repubblica popolare cinese arrivavano nei paesi dell’Est Europa per poi essere smistati da Parigi verso altre città fra cui Prato. Questa è l’unica sentenza che sancisce l’esistenza della Piovra gialla nei nostri territori. Le inchieste successive sono, invece, naufragate.