La pandemia ha aperto e scoperto fragilità, negli adulti e nei ragazzi. L’allarme lanciato dagli addetti ai lavori è stato chiaro, in questi mesi, soprattutto relativamente ai più giovani. Ai bambini, ai ragazzini. Proprio su questo giornale Pier Luigi Vasarri, primario di Pediatria e Neonatologia del Santo Stefano, aveva acceso i riflettori su un fenomeno del tutto nuovo che riguarda gli adolescenti. Giovani e giovanissimi che in misura più che raddoppiata rispetto all’epoca pre Covid fanno accesso al pronto soccorso pediatrico in preda a ansia, depressone, per abuso di alcol e medicinali, per atti autolesionistici. Anche Pier Paolo Giusti, psicologo e psicoterapeuta che gestisce lo sportello di ascolto all’interno dell’istituto Datini, aveva riflettuto sul fatto che rispetto all’anno passato le richieste di accesso al servizio sono più che raddoppiate. L’analisi trova conferma anche numeri: per il 73% degli psicologi pratesi la pandemia ha generato un aumento delle richieste da parte dei pazienti rispetto all’era pre-Covid. A riportare questi dati è un report stilato dall’Ordine degli Psicologi della Toscana, prendendo in esame il periodo compreso tra il marzo 2020 e il febbraio 2022.
Nella nostra provincia si registra inoltre un’impennata di comportamenti a rischio, segnalata dal 60% dei professionisti, come il ricorso a droghe e gioco d’azzardo e a quello eccessivo all’alcol e al fumo. A soffrire maggiormente di una diffusa condizione di malessere è stata in particolare la fascia degli adolescenti, mentre i disturbi più ricorrenti si chiamano ansia e depressione, seguiti a ruota da problematiche relazionali.
"Un quadro tristemente composito – commenta la presidente dell’Ordine degli Psicologi della Toscana Maria Antonietta Gulino – che ci restituisce una fotografia dettagliata dello stato di salute psicologica dei toscani durante questi due anni di Covid. L’isolamento forzato e le restrizioni in certi casi hanno accentuato problematiche, contrasti e incognite preesistenti, mentre in altri hanno innescato nuovi timori e forme di disagio".
L’indagine è frutto di un questionario compilato da 1099 psicologhe e psicologi iscritti all’Ordine della Toscana e che svolgono attività clinica in tutte le province del territorio. I numeri che racconta risultano allarmanti non soltanto per l’aumento esponenziale di richieste, ma anche per la loro eterogeneità in termini di età e declinazioni differenti del malessere accusato. A Prato sono stati intervistati 101 iscritti, campione rappresentativo di questa provincia, in linea con il numero degli iscritti all’Albo regionale.
Nell’area del centro Toscana, inoltre, la pandemia ha prodotto un forte aumento delle richieste per i bambini (segnalato dal 69% dei professionisti) e contraccolpi importanti sulla vita di coppia, dal momento che il 41% dei professionisti coinvolti nel questionario riporta un aumento dei casi di separazioni o divorzi. Sempre secondo il report relativo alla nostra provincia, il 33% degli psicologi campionati registra invece un incremento delle richieste da parte degli anziani. In questo caso le situazioni maggiormente ricorrenti sono state identificate in sintomi depressivi, stati ansiosi, problematiche relazionali, disturbi del sonno e fobie sociali. Dando uno sguardo al dato regionale, la fascia che in Toscana ha subito maggiormente l’influsso negativo della pandemia è quella degli adolescenti, che fa segnare una crescita regionale delle richieste addirittura per l’81% dei professionisti campionati. Sintomi ansiosi, problemi relazionali, sintomi depressivi, autolesionismo e disturbi del comportamento alimentare sono le questioni rimaste sul tavolo, tutt’altro che agili da districare.
In Toscana, la pandemia ha inoltre impattato negativamente sulle problematiche psicologiche esistenti, acuendole ed estendendole. Fra le diverse problematiche riscontrate, il 56,3% degli psicologi ha indicato la sintomatologia ansiosa, il 17,3% la sintomatologia depressiva e il 14% problemi relazionali. A seguire, circa il 5% riporta di fobie sociali eo scolari e circa il 3% rileva situazioni di disturbo del comportamento alimentare.