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Elia Orlando, una città per cantare Euphonios: i cori per stare insieme

Il giovane direttore, partito dalla Verdi, collabora con la Camerata. "Lavoro per riscoprire i compositori pratesi"

Elia Orlando, una città per cantare Euphonios: i cori per stare insieme

Euphonios vuol dire armonia, Euphonios Associazione Corale vuol dire Elia Orlando, musicista pratese di 37 anni che da 14 anni riesce a tenere insieme come direttore ben quattro gruppi corali. Gli inizi sono alla scuola Verdi e le radici come autodidatta a vent’anni sono nello studio della chitarra su base classica diplomandosi al Conservatorio di Rimini. Ma lo studio della chitarra è una spinta naturale verso la composizione per scrivere gli arrangiamenti dei diversi gruppi. Come si passa dalla chitarra alla passione per la coralità? "Attraverso il triennio di musica corale al Conservatorio di Bologna grazie alla guida del maestro Scattolin", ricorda. Dopo la laurea seguono corsi di formazione di direzione corale a Rovigo ed Arezzo. C’è poi anche la laurea al biennio di didattica di Modena dove, nel 2016 Elia Orlando entra di ruolo come insegnante di strumento musicale. Intanto, una naturale vivace attività porta il musicista pratese a formare diverse compagini corali nella nostra città. E gli anni di maggior soddisfazione? "Quando nel 2014-2015 all’Expo di Milano vengo qualificato tra i tre direttori della sezione Coro Giovanile Toscano e dal 2016 con l’esperienza della Camerata prima con L’Arca di Noè di Britten e poi con la recente prova della prima nazionale di John Barber, The song of the Ladder in San Domenico a Prato", racconta. Uno spettacolo straordinario di musica e condivisione, con i tanti gruppi pratesi integrati nel Coro città di Prato, di cui Elia Orlando è maestro preparatore, mentre dirige Euphonios (il gruppo pilota), poi quello giovanile, poi il Tuscae Gentes per la musica della tradizione e antica.

Non manca l’impegno nelle scuole della Curzio Malaparte. Ora Orlando insegna esercitazione corale al Coservatorio di Piacenza. Ma come si riesce a raccogliere dentro un coro, in tempi in cui la musica offerta ai giovani è piuttosto discutibile, tanti giovani? "La soddisfazione di guardare negli occhi le persone è quello che conta, cerco di restare legato a quello che si sente intorno, un po’ come strizzare l’occhio ai ragazzi, offrendo non solo musica ricercata; già lo stare insieme è un successo". Un progetto: "Un personalissimo desiderio di riscoprire compositori pratesi, penso a Biagio Pesciolini, recuperato tra l’altro dal maestro Becheri. Penso al Requiem di Borgioli... Insomma, stiamo seminando".

Goffredo Gori