
L’elicottero caduto allo Sporting nel giugno 2014 Foto Attalmi
"Un Peter Pan che volava troppo basso". Così il pubblico ministero Lorenzo Gestri aveva definito, all’epoca, Alessandro Bettini, imprenditore di 66 anni, nella sua requisitoria chiedendo la condanna dell’imputato a un anno (pena sospesa) per il reato di disastro aereo colposo. Ci sono voluti quasi undici anni dal fatto ma finalmente la Cassazione ha messo la parola fine al procedimento a carico di Bettini che la mattina dell’8 giugno 2014 si schiantò con il suo elicottero nel campo da calcio dello Sporting club di via Firenze. I giudici della Suprema Corte hanno rigettato il ricorso presentato dai legali di Bettini confermando la condanna a un anno. "Vi è stata – scrivono i giudici nella sentenza – una concreta messa in pericolo" dell’integrità fisica di tante persone, "tenuto conto del luogo, dell’orario e del numero dei presenti che solo per una fortunata congiuntura non sono stati coinvolti nell’incidente".
Secondo quanto ricostruito dalle indagini della procura, Bettini precipitò con il suo elicottero nel campo da calcio dello Sporting la mattina dell’8 giugno 2014. Era partito da Calenzano in direzione del mare. Doveva arrivare a Massa Marittima ma anziché seguire la rotta naturale, sull’autostrada A11, scelse di passare su via Firenze. Quando sorvolò il Tc, di cui era socio, qualcosa non andò come previsto: l’elicottero planò e si schiantò nel campo da calcio adiacente alla piscina. Bettini riportò solo qualche graffio e per fortuna nessun’altra persona rimase coinvolta nell’incidente aereo.
Il pilota si difese subito sostenendo di aver fatto un atterraggio di fortuna dopo che si era accesa una spia che segnalava un’avaria al motore del velivolo. Una versione che non ha mai trovato conferme, soprattutto dopo la perizia disposta dal pm che aveva escluso l’avaria.
Nella requisitoria il pm Gestri citò una sentenza della Cassazione su un episodio analogo di un elicottero che si inabissò nelle acque vicino all’isola d’Elba. Il pilota fu condannato perché ritenuto colpevole di aver messo a repentaglio con la sua condotta l’incolumità pubblica trattandosi di una rotta battuta e molto frequentata.
Quando Bettini precipitò era domenica mattina, una giornata calda e di sole tanto che lo Sporting era pieno di famiglie e bambini. L’elicottero cadde nel campo da calcio dove non c’era nessuno ma i pezzi del velivolo, in particolare l’elica, finirono nel parcheggio dove c’erano tantissime automobili. Secondo quanto accertato dalle sentenze, Bettini quel giorno tentò una sorta di "inchino" (finito male) al circolo del quale era socio, fu "una manovra azzardata". Più volte, infatti, come confermarono diversi testimoni Bettini aveva chiesto il permesso di atterrare allo Sporting. Richiesta che fu sempre negata dalla direzione del circolo del tennis.
Con la sua condotta Bettini mise "a repentaglio l’incolumità di un numero elevato di persone", aggiungono i giudici. Una manovra azzardata, assurda, di un "Peter Pan che ha volato troppo basso per farsi vedere dagli amici", disse il pm nella requisitoria durante il processo di primo grado. La condanna fu confermata dalla Corte di Appello e adesso dalla Cassazione che sottolinea come il ricorso "oltre a non individuare il vizio motivatorio di cui ci si duole, si traduce in una critica generica alla sentenza impugnata".
Laura Natoli