Lei è di Prato, lui di Nuoro. Fianco a fianco, tutti e due pronti a scendere in pista. Lei è già forte sul ring essendo stata campionessa mondiale di muay thai (categoria 57 chilogrammi), lui è più forte della notte che avvolge i suoi occhi. Quella sbocciata fra la lottatrice professionista pratese Emily Wahby e il 47enne Gian Luca Mazoni, atleta non vedente di Nuoro, è la storia di un’amicizia fortissima, capace di infrangere ogni barriera fisica e andare oltre ogni più semplice questione di cronometro. Perché le barriere non sono confini insuperabili ma una sfida che i due amici, conosciutisi frequentando il corso di un master di mental coaching (Micap), hanno intenzione di superare alla prossima maratona di New York. Quella di Emily, domenica 3 novembre, non sarà una corsa in solitaria. I suoi occhi saranno quelli di Gian Luca, che gareggerà con lei alla 53esima edizione della maratona. Complesso e impegnativo il programma del corso di mental coach che prevedeva da subito di individuare un partner di studio: tra l’altro, uno dei punti obbligatori è proprio la partecipazione a una maratona del circuito mondiale, proprio come quella di New York. "Tra me e Gian Luca è nata un’amicizia tanto forte quanto sorprendente - racconta Emily – Quando gli ho proposto di partecipare alla corsa, ha dimostrato entusiasmo fin dal primissimo secondo. Le possibili problematiche fisiche, considerando la sua condizione di cecità, non ci hanno spaventato minimamente". I tempi stringono e i due stanno iniziando la preparazione fisica, lei a Prato e lui a Nuoro. L’obiettivo? Percorrere i 42 chilometri della corsa podistica più famosa al mondo: per l’esattezza, 42,195 chilometri che si snoderanno tra Bronx, Queens, Brooklyn, Staten Island e Manhattan. Da lottatrice professionista, Emily è abituata a sfidarsi nella fatica fisica. "Il programma di allenamenti che sto seguendo è molto diverso da quanto ho fatto nella mia carriera nelle arti marziali. É molto stimolante mettersi alla prova con qualcosa di nuovo". I due, pur preparandosi a distanza per la corsa da percorrere in tandem, si aggiornano quotidianamente sui progressi l’uno dell’altro. E si sono ritrovati anche di recente per iniziare a prendere confidenza con la corsa fianco a fianco. "Siamo in costante contatto – racconta la lottatrice pratese – per monitorare i progressi che stiamo facendo in vista della corsa di novembre. Da una parte c’è una grande emozione per l’evento sportivo cui parteciperemo, dall’altro c’è la voglia di far bene nella competizione". Emily sarà molto più di una guida perché Gian Luca appoggerà una mano sulla sua durante il tragitto: gareggiare con una persona ‘speciale’ la farà competere in modo diverso. "Correremo insieme. Siamo in grande sintonia, lui riesce a capire dai miei movimenti da che parte bisogna andare".
Maria Lardara