Meccanica e meccanotessile sotto scacco dei finanziamenti legati all’industria 5.0. Iter eccessivamente complicato e costoso che scoraggia investitori con ripercussioni dirette sulla produzione che nel 2024 ha registrato -9,3%. "Si tratta di incentivi difficili da ottenere rispetto a quelli passati del 4.0 – spiega Massimo Luchetti neo presidente della sezione Metalmeccanica di Ctn –. Il meccanismo è eccessivamente lungo e complicato tanto da scoraggiare i clienti. Si deve attendere il nulla osta di Gse, ma per farlo servono numerosi passaggi, in attesa le aziende restano bloccate e spesso quando arriva l’ordine non sono in grado di soddisfarlo nei tempi richiesti. A questo si aggiunge che la Guardia di Finanza sta chiedendo a molte imprese che hanno richiesto finanziamenti per la ricerca di rendere l’importo in quanto non classificate come aziende votate alla ricerca. Per giustificare la richiesta si ricorre a tecnici che devono valutare una mole di documenti: un’ ulteriore perdita di tempo e aggravio di costi, visto che un tecnico costa almeno 20mila euro".
Se gli incentivi dell’industria 5.0 non hanno permesso il salto di qualità sperato generando solo grande incertezza, allo stesso tempo lo spauracchio dei costi energetici sta tenendo con il fiato sospeso le imprese del distretto. Costi energetici che incidono sul prezzo finale e non rendono competitive le nostre imprese. Per capire la differenza di peso tra Paesi basta dare uno sguardo ai numeri: a dicembre 2024 in Italia l’energia raggiunge 135 euro megawattora, in Germania 108 euro, in Francia 90 euro, in Spagna costa 111 euro magawattora. Mediamente l’Italia paga l’energia il 28% in più della Germania e addirittura il 47% in più della Francia. Una macigno sui bilanci così come lo è il gas naturale arrivato a costare 48 euro megawattora rispetto ai 36 euro del 2024.
"È necessario – interviene Francesco Marini presidente della sezione Moda di Ctn – che vengano concessi ancora dei ristori per i costi energetici, che stanno raggiungendo prezzi penalizzanti per e imprese. L’incremento dei prezzi dell’energia colpisce soprattutto le lavorazioni e mina competitività e marginalità delle imprese: servono ristori come in passato per allineare i costi dell’Italia a quelli dell’Europa".
Tessile abbigliamento, metalmeccanica e logistica che va a braccetto con il distretto: "È un settore che risente degli aumenti e della mancanza di personale - interviene Federico Albini, presidente della sezione trasporti di Confindustria Toscana Nord -. Per mia natura sono ottimista e quindi ho buone sensazioni sulla seconda parte del 2025 anche dopo aver partecipato a Pitti Filati. Da parte delle aziende di logistica e trasporti è importante affidarsi a vettori di fiducia soprattutto per l’export e investire in mezzi green". Per Albini un importante volano di sviluppo a Prato sarà l’interporto dopo la creazione del tunnel ferroviario lungo l’Appennino: "Prato può diventare centro nevralgico per collegare il sud con l’Europa - dice - abbiamo grandissime possibilità di sviluppo in questo settore e grazie alle nuove infrastrutture".
Intanto lo sguardo è rivolto a Milano Unica: "La presenza pratese è importante - chiude Marini - ci sono segnali che gli stock accumulati negli anni del Covid finalmente stanno esaurendosi, le aspettative sono alte".
Silvia Bini