Il piano di sicurezza del deposito Eni di Calenzano, teatro dell’incidente dello scorso 9 dicembre dove hanno perso la vita cinque persone, era tarato sul rischio incendio. E’ quanto fa sapere l’Eni in merito all’ipotesi di "sottovalutazione" del rischio legata ai danni subiti dagli immobili nel raggio di diverse centinaia di metri. Ad infrangere vetrate, far cadere soppalchi, scardinare portoni, è stata l’onda d’urto: figlia non dell’incendio (che è stato domato in tempi piuttosto rapidi dai vigili del fuoco e dai sistemi interni della raffineria), ma appunto delle esplosioni verificatesi a partire dalle 10.20 di quella mattina di quasi trenta giorni or sono. "Rispettate tutte le normative per un deposito di idrocarburi – dice Eni – Ma ci faremo carico dei risarcimenti".
Brogioni a pagina 6