
Erbe e farmaci Ecco la nuova guida per conoscere rischi e vantaggi
E’ un vademecum scientifico, frutto di oltre venti anni di studi e ricerche, ma appena si sfoglia si capisce che è alla portata di un pubblico più vasto,dedicato non soltanto ai professionisti del settore. E’ la nuova pubblicazione del dottor Fabio Firenzuoli, direttore del Cerfit (Centro di ricerca e innovazione in fitoterapia dell’azienda ospedaliera universitaria Careggi) grazie alla quale anche il lettore comune può orientarsi nell’uso di farmaci, erbe ed alimenti. "Erbe, alimenti e farmaci. Tra sinergie e interazioni" è il titolo del volume edito per i tipi di Edra. "E’ uno strumento chiaro e aggiornato, fruibile anche dal vasto pubblico, per comprendere l’entità dei rischi o dei vantaggi nell’associazione prodotti naturali o alimenti a farmaci - spiega Firenzuoli - L’ignoranza o il fai da te possono ingenerare effetti indesiderati o trascurare opportunità di integrazione, anche significative". Nato da esigenza di aggiornarsi sul tema delle interazioni, il volume raccoglie i risultati derivati dalle nuove informazioni risultate dagli approfondimenti sulle interazioni e sui farmaci di nuova generazione. Le schede si dividono in tre sezioni: usi e indicazioni della pianta, sinergie ed interazioni per le quali esistono evidenze cliniche, avvertenze e si chiudono con una letteratura medico scientifica puntuale.
"Per rendere ancora più chiaro con che tipo di pianta abbiamo a che fare e per ridurre i rischi di intolleranze, effetti collaterali e interazioni - afferma - ho inserito una bilancia cromatica del rischio. E’ una bilancia grazie alla quale si visualizza la fascia di rischio clinico, per le singole erbe o sostanze e per categorie di pazienti". In questo modo, la bilancia cromatica permette di conoscere "il rischio clinico di una sostanza, di un’erba, di un integratore, quando assunto con uno o più farmaci, identificando una gradualità tra le possibili sinergie ricercate e le interazioni indesiderate". Si parte dal colore verde, che si riferisce ad una pianta sicura, per passare al bianco che evidenzia i rischi teorici, il giallo al rischio moderato, il rosso al rischio alto e il viola al rischio molto alto. "Sono state catalogate 300 piante, delle quali 50 sono tossiche e vanno riconosciute, le restanti 250 sono per il 5% nel bollino rosso con possibili evidenze cliniche di interazioni, mentre le altre sono per un terzo in area gialla, per un terzo in area biana e per un terzo in quella verde. Queste ultime sono utili e spesso sinergiche con altre terapie". Un esempio? Il cumino nero, per esempio, è un promettente agente antidiabetico ed è utile nella mitigazione dei sintomi del diabete mellito. Paradossalmente il tè verde rientra nel bollino rosso perché estratti a base di foglie possono interferire anche con alcuni chemioterapici. In Italia esiste il sistema di farmacovigilanza presso Aifa (Agenzia italiana del farmaco): sia i professionisti che i cittadini possono segnalare una sospetta reazione avversa inviando mail a www.vigifarmaco.it e a www.vigierbe.it.
Sara Bessi