
Studenti a scuola
Prato, 6 marzo 2023 - Un lascito testamentario di 45.000 euro da parte di una ex insegnante di Prato all’istituto comprensivo "Marco Polo". Questa eredità servirà a "guidare" alle superiori uno studente e una studentessa con borse di studio di 500 euro a testa per cinque anni.
Così ha voluto Maria Simon, scomparsa nell’ottobre 2021 e la cui storia è stata raccontata dal Tirreno ieri. Maria Simon, di famiglia siciliana emigrata a Prato, si era diplomata al liceo Cicognini, poi nel 1962 aveva conseguito la laurea in lingue all’Università di Pisa e dopo aver fatto esperienze all’estero era tornata in Italia. Tramite concorso pubblico aveva ottenuto la cattedra di insegnante di inglese prima a Prato e poi a Firenze, dove si era trasferita a vivere negli anni Ottanta.
Il suo percorso di studi però non era stato semplice ma frutto degli enormi sacrifici fatti dalla madre Rosina e dalla zia Angela e proprio a queste due donne è intitolata la borsa di studio lasciata in eredità. Rosina e Angela cucivano i vestiti anche la notte pur di permettere a Maria di acquistare i libri scolastici e convinsero loro il padre Luigi a mandarla in Inghilterra e in Germania per perfezionare la lingua dopo la laurea. Senza studio Maria Simon a Prato avrebbe potuto solo entrare in una fabbrica ma lei non voleva percorrere questa strada. Oggi, il gesto della professoressa assume ancora più valore perché le scuole sono inclusive, composte – come il caso del Marco Polo – da molti studenti di origine straniera e alta è la quota dell’abbandono scolastico.
"Il gesto della professoressa Maria Simon – commenta Ilaria Santi, assessore alla pubblica istruzione del Comune di Prato – è importante non tanto per la sua portata economica ma per il messaggio che comunica. Si impara per la vita, non per la scuola, parafrasando Seneca, e questo è ancora più vero quando ci rendiamo conto che sono troppe le ragazze e i ragazzi che, soprattutto nella nostra città, abbandonano gli studi. Che questo messaggio di generosità e di esortazione arrivi da una persona, da un’insegnante, che appartiene a un’altra generazione è ancora più significativo perché i ragazzi hanno bisogno, oggi come ieri, di adulti che credano in loro per affrontare i sacrifici che un percorso di istruzione e formazione richiede".