LAURA NATOLI
Cronaca

Esplosione a Calenzano: “Lavori non consentiti durante i rifornimenti”

Nuove perquisizioni della procura a carico del responsabile del deposito e del project manager incaricato da Eni del sopralluogo prima degli interventi

Prato, 9 gennaio 2025 – Nuovo sopralluogo ieri mattina condotto dalla procura di Prato nel deposito Eni di Calenzano dove il 9 dicembre scorso un’esplosione ha causato la morte di cinque persone, tre autotrasportatori e due operai che stavano eseguendo alcuni lavori di manutenzione per conto di una ditta esterna, la Sergen di Grumento Nova. Il procuratore di Prato, Luca Tescaroli, ha disposto nuove perquisizioni nell’ambito delle indagini per omicidio colposo plurimo, crollo doloso di costruzioni o altri disastri e rimozione o omissione dolosa delle cautele contro gli infortuni sul lavoro. Oltre alle perquisizioni nelle sedi di Eni e Sergen, ieri sono stati perquisiti personalmente il responsabile del deposito di Calenzano e il project manager incaricato da Eni di eseguire il sopralluogo, insieme ai tecnici di Sergen, propedeutico ai lavori di manutenzione che erano in corso quando ci fu l’esplosione. In particolare i carabinieri sono andati a caccia del verbale del sopralluogo effettuato nel deposito i giorni precedenti alla strage del 9 dicembre. Le perquisizioni a carico dei due uomini sono un atto dovuto in vista dell’iscrizione nel registro degli indagati.

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Un particolare dell’esplosione che ha causato cinque morti

Le indagini proseguono spedite per far luce il prima possibile su quanto accaduto a Calenzano: l’esplosione ha causato non solo la morte di cinque persone, fra cui i due autotrasportatori pratesi Vincenzo Martinelli e Carmelo Corso, ma anche danni a case e aziende intorno al deposito. La procura ha accertato che i lavori di manutenzione non potevano essere svolti mentre erano in corso le operazioni di rifornimento di carburante degli autoarticolati. Un punto considerato centrale nelle indagini: la vicinanza degli operai che stavano lavorando sul carrello elevatore e dei camion che facevano rifornimento è stato un grave azzardo.

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Il procuratore, ieri, si è recato di persona nuovamente nel deposito e una volta terminata la visita ha disposto “perquisizioni, ispezioni e sequestri integrativi ulteriori, nei confronti di quattro obiettivi, funzionali a individuare documentazione necessaria per individuare le responsabilità dei soggetti, in ipotesi responsabili”, ha spiegato Tescaroli in una nota.

Il sopralluogo al deposito, ancora sotto sequestro, ha visto coinvolti i consulenti tecnici nominati dalla procura e gli investigatori (carabinieri di Firenze, dipartimento prevenzione dell’Asl e vigili del fuoco). L’obiettivo è individuare le cause dell’esplosione e le indagini, precisa ancora il procuratore, hanno “carattere di assoluta priorità”. Le indagini hanno già stabilito, grazie a un video che ha ripreso la scena, che lo scoppio è partito fra le “baie” 5 e 6 dove c’erano due camion che stavano facendo rifornimento e, poco distante, alcuni operai che stavano eseguendo lavori di manutenzione a una linea di carburante dismessa su un carrello.

I riflettori della procura sono anche puntati sul piano di sicurezza esterna al deposito per capire l’impatto il deposito poteva avere sulla zona circostante.