REDAZIONE PRATO

Estorsione e minacce: sette anni alla stalker

L’imputata è stata condannata per gli atti persecutori nei confronti dell’ex amante avvocato. Lo tempestava di messaggi chiedendogli soldi e gli diceva che avrebbe rivelato a tutti la loro relazione

Processo in un'aula di tribunale (Foto repertorio Del Punta)

Prato, 17 luglio 2024 – Lo stalking al contrario. E le parti invertite: non lui contro di lei, ma lei contro di lui come Glenn Close e Michael Douglas nel famoso film "Attrazione fatale". Potrebbe riassumersi così la storia fra un noto avvocato pratese di circa 60 anni e la sua ex amante di 40 anni che ieri è stata condannata dal collegio dei giudici di Prato a sette anni di reclusione per stalking ed estorsione, oltre al pagamento di una provvisionale di 10.000 euro in favore del professionista che si è costituito parte civile nel processo.

Sul banco degli imputati è finita, queste le sue iniziali, E. P., difesa dall’avvocato Mattia Alfano di Firenze, in seguito alla denuncia dell’ex amante. Il pubblico ministero, Laura Canovai, aveva chiesto una pena leggermente inferiore, sei anni e mezzo. Il processo è stato tutto sommato veloce, considerando anche le sospensioni per il Covid.

Tutto è nato nella primavera del 2021 quando il professionista, che ha famiglia, stufo delle continue telefonate, dei messaggi intimidatori e dei pedinamenti della donna, ha sporto denuncia in procura. Secondo quanto emerso, i due avevano avuto una relazione per diversi mesi. L’uomo, però, decise di interrompere la relazione cosa che non andò giù a lei. La donna andò su tutte le furie e cominciò a tempestarlo di telefonate e di messaggi per dirgli che non poteva lasciarla, altrimenti gliela avrebbe fatta pagare. Cominciò a chiedere con insistenza "aiuti" economici, quando 700, quando 800, quando mille euro. L’uomo ha sempre acconsentito a darle i soldi, forse per tenerla buona e sperare che i suoi comportamenti ossessivi finissero e che la relazione extraconiugale non venisse fuori. Ma nulla.

Lei continuò a tempestarlo di messaggi che diventavano sempre più minacciosi. "Ti farò del male", scriveva. E poi ancora: "Ti mando qualcuno per farti fare del male". "Devi dire a tutti che stiamo insieme altrimenti vengo lì e ti faccio un casino". Promessa mantenuta. Il limite fu superato quando, una sera, la donna infuriata si presentò sotto casa dell’avvocato – in pieno lockdown – mettendosi a gridare in mezzo di strada che era la sua amante. A quel punto l’uomo decise di sporgere querela. Nel telefono dell’indagata, gli investigatori trovarono i messaggi minatori e quelli con le insistenti richieste di denaro. Nonostante sapesse delle indagini in corso, la donna ha continuato a inviare messaggi all’avvocato e ha provato a convincerlo a ritirare la querela. A quel punto è stata chiesta la misura cautelare del divieto di avvicinamento che l’indagata non ha rispettato tanto da finire in carcere per l’aggravamento della misura.

Laura Natoli