REDAZIONE PRATO

Ex-Temporaneo. A Officina torna il teatro libero

Si parte domani sera con Pinocchio, poi Diario di un dolore e La ballata del vecchio marinario.

Ex-Temporaneo. A Officina torna il teatro libero

Una scema di Pinocchio. I tre protagonisti. devono ricostruire a poco a poco la loro esistenza dopo essere usciti dal lungo tunnel di incoscienza e oblio del coma

Inizia domani alle 21 Ex-Temporaneo, la rassegna di teatro di Officina Giovani dedicata alle produzioni indipendenti, alla sua sesta edizione. Si parte con lo spettacolo Pinocchio della compagnia Babilonia Teatri, due volte vincitrice del premio Ubu, che collabora con Gli amici di Luca, associazione nata nel 1997 con l’obiettivo di sensibilizzare e informare sul tema del coma, collaborando in prima persona con chi è stato toccato da quest’esperienza. Come dei moderni Pinocchio, i tre protagonisti - Paolo Facchini, Luigi Ferrarini e Riccardo Sielli - devono ricostruire a poco a poco la loro esistenza dopo essere usciti dal lungo tunnel di incoscienza e oblio del coma. Questa faticosa rinascita viene messa davanti allo spettatore in una rappresentazione tra finzione scenica e verità. Il secondo spettacolo sarà venerdì 22 novembre sempre alle 21: di secna Diario di un dolore di Scarti Centro di produzione teatrale d’innovazione. Nato da un progetto di Francesco Alberici e Astrid Casali, lo spettacolo prende spunto dal romanzo omonimo di Clive s. Lewis. Il regista chiede alla sua attrice di lavorare a una messa in scena che affronti il tema del dolore partendo da quel romanzo, visto come punto di partenza di un‘indagine più profonda, legata al tema della perdita, della mancanza e dello smarrimento. Come si rappresenta il dolore e quali sono i limiti? La propria biografia può essere messa in scena o si rischia di strumentalizzarla?

La ballata del vecchio marinaio chiuderà la rassegna il 29 novembre. La voce di Ciro Masella, nella doppia veste di attore e regista, si unisce alla danza di Isabella Giustina, una delle più talentuose danzatrici della sua generazione, e ai paesaggi sonori e musicali di Alessandro Luchi per dare vita ad una rappresentazione in chiave contemporanea di una delle opere più famose dell’artista britannico Samuel Taylor Coleridge. Un’opera-manifesto della poesia romantica inglese, tradotta da Beppe Fenoglio che, sradicandosi da un’eccessiva compattezza linguistica, decise di sperimentare un linguaggio immediato e intessuto di veridicità. Il pubblico potrà addentrarsi in un viaggio in mare aperto e nelle pieghe più profonde dell’animo umano, del suo inconscio, della sua immaginazione.