SILVIA BINI
Cronaca

Fabbriche come forni, il tessile si adegua. Turni anticipati e pause: "Così si resiste all’afa"

Sindacati e imprenditori hanno sottoscritto un decalogo anti malori. Previsti distributori d’acqua in ogni reparto e interruzioni frequenti

Filippo Giagnoni (Confindustria)

Filippo Giagnoni (Confindustria)

Prato, 21 luglio 2024 – Le temperature roventi di questi ultimi giorni si fanno ancora più roventi nelle fabbriche del distretto. Se per le aziende edili esiste un decalogo della Regione con tanto di divieti di lavoro nelle ore più esposte al solleone, ecco che anche il tessile si adatta alle stagioni. I capannoni industriali con temperature che superano di gran lunga i 40 gradi sono un vecchio ricordo, oggi la situazione è ben diversa. Da tempo imprenditori e sindacati sono impegnati su questo fronte. Quest’anno, con il caldo africano che nell’ultima settimana è tornato a farsi sentire, ci sono due fattori non secondari da tenere in considerazione: il minor lavoro che permette di gestire meglio i turni degli operai, soprattutto del settore della nobilitazione dove il tasso di umidità molto elevato contribuisce ad aumentare la percezione del calore, e il meteo che è stato clemente almeno per tutto il mese di giugno.

«La resistenza ha un limite e il problema del caldo in azienda va affrontato a livello strutturale", sottolinea comunque Ingrid Grasso, responsabile tessile Cisl. I sindacati hanno messo a terra un decalogo con le indicazioni per superate la fase critica dell’estate: "Esistono linee guida che devono essere tenute in considerazione e che prevedono procedure aziendali per la gestione del rischio da colpi di calore tra cui anche modifiche agli orari di lavoro – dice Grasso –. Le segnalazioni che abbiamo avuto per il momento sono state gestite con buon senso e le monitoreremo. È evidente la necessità di piani di intervento e che il tema delle temperature e del lavoro deve essere affrontata in modo strutturale".

Le aziende da tempo sono corse ai riparti: come gestire situazioni di caldo estremo? "I turni vengono concentrati nella prima parte della mattina – spiega Filippo Giagnoni, coordinatore Confindustria Toscana Nord per il settore della nobilitazione –. Il tessile da sempre può adattare gli orari alle esigenze e questo è un valido aiuto. La maggior parte del lavoro avviene tra le 6 e le 11 della mattina quando le temperature sono ancora sostenibili". Ci sono poi accortezze importanti che prevedono pause frequenti e l’installazione di distributori di acqua gratuiti in tutti i reparti: "L’idratazione e le pause sono fondamentali per affrontare il caldo nella maniera appropriata – spiega Giagnoni – Inoltre grazie agli incentivi sull’efficentamento è stato possibile migliore il microclima all’interno dei capannoni".

I macchinari sono stati adeguati alle esigenze con pannelli e coibentazione che ne limitano la produzione di calore, perché uno dei maggiori problemi del tessile non è solo legato alle temperature esterne, ma anche alla quantità di calore sprigionata dai motori dei macchinari.

«È inoltre aperto un tavolo per cercare di intercettare nuovi finanziamenti che permettano l’efficientemento energetico dei capannoni e dei macchinari", aggiunge Confindustria. Pellicole scure alle finestre aiutano a filtrare i raggi solari, così come una maggiore areazione dei locali. L’equilibrio da trovare è tra il benessere dei lavoratori e l’uso di energia. Pensare di installare condizionatori nelle fabbriche tessili non va verso l’economia green che chiede l’Europa. Il confine è labile, ma Prato anche in questo questo caso dimostra lungimiranza.