
Fallimento Rifle, 16 richieste di rinvio a giudizio
La procura della Repubblica di Firenze ha chiesto il rinvio a giudizio per 16 indagati coinvolti nel fallimento della srl Verdi, già Rifle, storico marchio dell’abbigliamento (jeans) e delle collegate Rifle &Co. e G Brand, tutte società a responsabilità limitata e con sede a Barberino di Mugello (Firenze) che hanno fatto riferimento alla famiglia pratese Fratini. La procura contesta agli amministratori i reati di bancarotta "per distrazione, societaria, da operazioni dolose, documentale e preferenziale" per un totale di 15 imputazioni. Contestato anche il reato fiscale di "sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte". Alcuni imputati sono accusati come "amministratori di fatto". L’udienza preliminare è fissata il 27 novembre. La ex Rifle fu dichiarata fallita il 10 settembre 2020, la Rifle&Co il 30 settembre 2020, la G Brand il 9 giugno 2021. I fallimenti furono tutti stabiliti dal tribunale di Firenze. Tra gli episodi di dissipazione e distrazione contestati ai Fratini, la vendita, nel 2015, dei marchi Rifle, di proprietà Verdi, alla società C.Brand, "al prezzo incongruo di 2,3 milioni di euro", sostengono i magistrati. Marchi che, secondo il capo di imputazione, poi la G.Brand concedeva in uso oneroso prima a Verdi e poi a Rifle e che dopo il fallimento di G.Brand nel 2022, venivano venduti a 5 milioni di euro. A quell’epoca, secondo i magistrati, la Verdi era già in stato di insolvenza, con un passivo di oltre 9 milioni.