Ancora documenti falsi per ottenere il permesso di soggiorno, ancora irregolarità nell’iter per ottenere il titolo che consente di restare in Italia, anche quello per ricevere la ’protezione internazionale’. Un sistema non nuovo che spesso è stato portato a galla dalle indagini della procura di Prato ma che ancora non accenna a diminuire.
L’ultima operazione in ordine di tempo è stata portata termine dalla polizia che ha denunciato 23 stranieri per contraffazione di documenti per ottenere il permesso di soggiorno e per uso di atto falso nella presentazione di domande di protezione internazionale. L’indagine, spiegano dalla Questura, è stata condotta direttamente dall’Ufficio immigrazione nell’ambito dell’attività di istruttoria delle pratiche relative alle istanze di "protezione internazionale".
In particolare, sono emerse dichiarazioni di ospitalità nelle quali venivano indicati come domicilio i soliti due immobili a Prato. Un’altra tecnica non nuova a cui spesso ricorrono i richiedenti asilo che indicano nei documenti le stesse residenze per poter presentare le domande.
L’Ufficio Immigrazione – aggiungono dalla Questura – ha appurato che alcuni stranieri avessero esibito dichiarazioni non vere, facendo così emergere il coinvolgimento di un gruppo di stranieri, in prevalenza pachistani ed egiziani, in un sodalizio criminale che produce falsa documentazione. Ciascuno degli indagati ha un ruolo preciso e c’è pure uno che si occupa di procacciare stranieri anche fuori Prato, mentre un altro indagato si farebbe pagare per fare la dichiarazione di domicilio falsa. Lo stesso ufficio immigrazione ha fatto, nel novembre 2023, una analoga indagine: in quella circostanza furono 82 gli stranieri responsabili a vario titolo di contraffazione di documenti e favoreggiamento all’immigrazione clandestina.