Prato, 18 dicembre 2024 – Se da un lato è vero che nessun bambino delle scuole pratesi resterà mai senza pasto alla mensa scolastica, dall’altro è pur vero che l’amministrazione ha il dovere di controllare chi si approfitta della situazione per non pagare la retta comunale.
Nuova commissione per cercare correttivi ad una situazione che nell’ultimo anno è esplosa generando un buco da 740mila euro. Cifra che sommata agli ammanchi degli anni passati porta a 1,3 milioni i soldi che mancano dalle casse comunali relative al servizio di refezione.
Oggi ci sono 2858 famiglie che non pagano il pasto dei propri figli. Percentuale che fa ancora più impressione se paragonata ai pasti quotidiani erogati dal Comune che sono circa 9600: una famiglia su tre, quindi, non riesce a saldare i 5,40 euro giornalieri (nel caso del coso più alto del pasto, che comunque viene calcolato in base all’Isee).
Presente in commissione anche Sori: il problema è riuscire a recuperare il non pagato. Mediamente è il 10% quello che la società di riscossione riesce a ottenere. Poco rispetto all’enormità della cifra che solo quest’anno è stata raggiunta.
Da qui l’idea in fase di sviluppo, di chiedere il reddito Isee a tutte le famiglie che iscrivono i propri figli alla mensa: un modo per capire la situazione economica familiare ed evitare che qualcuno se ne approfitti. Una questione di giustizia verso che invece fa anche sacrifici per saldare tutte le rette.
Da quanto emerso in commissione infatti sono soprattutto le famiglie che non presentano la dichiarazione della situazione economica familiare a essere morose.
“In commissione ho proposto di portare la questione in conferenza zonale per sensibilizzare le famiglie a pagare la mensa - interviene la consigliera di Forza Italia Rita Pieri -. La cifra raggiunta quest’anno è altissima, e sommata agli ammanchi del passato sono davvero tanti soldi. A fronte di ciò quello che Sori riesce a recuperare è irrisorio, quindi è un lavoro che va fatto a monte”.
Anche perché la cifra è aumentata in modo esponenziale negli ultimi quattro anni: nell’anno scolastico 2019/2020 erano circa 1900 le famiglie morose per un valore di circa 300mila euro. Oggi, quattro anni dopo, il dato è più che raddoppiato.