REDAZIONE PRATO

Restituito ai rom il tesoro sequestrato: tornano nelle loro mani oltre 2 milioni di euro

Per il tribunale non sussisterebbe una correlazione tra le condotte delittuose contestate e i beni sequestrati

Djula Ahmetovic, 72 anni, è la matriarca della famiglia

Prato, 4 dicembre 2018 - Devono essere restituiti ai loro proprietari, due famiglie rom di Prato, gli Ahmetovic e gli Halilovic, beni per un valore di 2,4 milioni di euro - case, soldi e gioielli - che furono loro sequestrati nel giugno 2017 nell'ambito dell'operazione della guardia di finanza, coordinata dalla procura, denominata 'Falsi poveri'. Lo ha deciso il tribunale di Prato che ha azzerato le misure di prevenzione patrimoniale adottate quando scattò l'operazione. Secondo l'accusa c'era una sproporzione tra i redditi dichiarati e i beni posseduti dalle due famiglie. Ma per il tribunale non sussisterebbe una correlazione temporale tra le condotte delittuose contestate e i beni sequestrati. Da qui la decisione di restituire tutti i beni nella disposizione delle famiglie alle quali erano stati sequestrati.

Le famiglie Ahmetovic e Halilovic che vivono entrambe a Prato, rientreranno dunque in possesso dei loro beni. Il decreto di sequestro, finalizzato alla confisca, era giunto a conclusione delle indagini del nucleo di Polizia tributaria delle Fiamme Gialle su proposta dai sostituti procuratori Antonio Sangermano e Lorenzo Gestri, coordinati dal procuratore di Prato Giuseppe Nicolosi.

Tra i beni sequestrati ci sono una villa, gioielli, numerose polizze e conti correnti. La decisione era arrivata «dopo aver valutato la perdurante pericolosità sociale di sette appartenenti allo stesso nucleo familiare di etnia Rom che nel tempo, servendosi anche di prestanome, sono riusciti a disporre di beni per un valore evidentemente sproporzionato rispetto ai redditi percepiti e dichiarati». Nonostante l'esistenza di questi patrimoni, ad una delle due famiglie era stato assegnato anche un alloggio temporaneo da parte del Comune di Prato, un appartamento di cui era stata revocata l'assegnazione proprio a causa delle indagini della GdF.