Favori a imprenditori. Matteini di fronte al gip: "Il viaggio a New York?. Ma quale corruzione"

L’imprenditore, ad del Gruppo Colle, si è avvalso della facoltà di non rispondere ma ha rilasciato dichiarazioni spontanee. L’investigatore invece ha risposto parlando della sua amicizia con Turini.

Favori a imprenditori. Matteini di fronte al gip: "Il viaggio a New York?. Ma quale corruzione"

Favori a imprenditori. Matteini di fronte al gip: "Il viaggio a New York?. Ma quale corruzione"

Si è avvalso della facoltà di non rispondere Riccardo Matteini Bresci. L’imprenditore, ad del Gruppo Colle e presidente della sezione moda di Confindustria Toscana Nord, difeso da Pier Matteo Lucibello, ieri è comparso di fronte al gip Anna Liguori, per l’interrogatorio di garanzia. Come aveva fatto lunedì Sergio Turini, il carabiniere finito in carcere nell’ambito dell’inchiesta della Dda, difeso da Giovanni Renna, anche Matteini ha scelto la strada del silenzio, preferendo mettere agli atti solo alcune dichiarazioni spontanee.

"Il viaggio a New York? Non c’è stata corruzione. Non ho mai offerto nulla in cambio di atti d’ufficio da parte del tenente colonnello Turini. Il viaggio pagato al figlio non è il prezzo della corruzione", ha detto in aula ieri mattina. Poche parole con le quali ha voluto ribadire – come aveva fatto lo stesso Turini – che non esiste nessun patto corruttivo fra i due. L’inchiesta della Dda, coordinata dal procuratore aggiunto Luca Tescaroli (nominato fra l’altro procuratore a Prato il 14 marzo scorso anche se ancora non ha preso fisicamente servizio in città), ha puntato l’attenzione sui rapporti fra Matteini Bresci e Turini. Il primo avrebbe chiesto informazioni che il secondo gli ha fornito consultando le banche dati delle forze dell’ordine (sdi) in modo abusivo e compiendo "atti contrari ai doveri di ufficio", scrive il gip nella misura che ha disposto il carcere per il carabiniere e i domiciliari per l’imprenditore. Il prezzo della corruzione sarebbe stato il viaggio negli Usa che Matteini ha pagato per il figlio di Turini. Oltre a una raccomandazione: Matteini Bresci si sarebbe attivato con il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli (non indagato) perché Turini non venisse trasferito. Silli, sentito dai magistrati come persona informata sui fatti, ha spiegato di aver scritto una mail al comando generale dell’Arma in "assoluta buona fede e trasparenza". "Di richieste come queste ne ricevo tante dal territorio", ha chiarito Silli ai pm. L’operazione, tra l’altro, non è neppure andata in porto in quanto il carabiniere è stato destinato a Potenza. Il difensore di Matteini ha già annunciato di presentare ricorso al Riesame per l’attenuazione della misura cautelare nei confronti dell’imprenditore che avrebbe chiesto al legale di fare indagini difensive. Anche il legale di Turini e dell’investigatore privato, Roberto Moretti, finito nell’inchiesta, difeso dall’avvocato Flavio Campagna, hanno già depositato il Riesame. Prima che il tribunale si esprima passerà una decina di giorni.

In tarda mattinata è stato sentito dal gip Moretti, la cui posizione si è aggravata in quanto dai domiciliari è finito in carcere per aver risposto a una telefonata di lavoro. Moretti ha risposto, da remoto (è in carcere a Torino), per due ore alle domande del gip. Secondo quanto emerso, avrebbe parlato dell’amicizia di lunga data che lo lega a Turini, che è collega del fratello. Moretti è accusato di corruzione per aver ricevuto da Turini informazioni utili alle sue indagini private in cambio di tre bottiglie di vino pregiato.

Laura Natoli