MARIA LARDARA
Cronaca

Festa al Circolo di Viaccia. Mezzo secolo di libertà

La storica casa del popolo compie 50 anni: i volontari, le scuole, la musica. Un presidio di socialità per la frazione e tante belle storie da ricordare. .

I volontari del circolo di Viaccia con i ragazzi di Orizzonte autismo

I volontari del circolo di Viaccia con i ragazzi di Orizzonte autismo

Nomen omen. Quell’insegna che campeggia ancora oggi in via Pistoiese racconta la voglia di scrivere una pagina nuova dopo le macerie della guerra, nel nome di ideali democratici. La Libertà del 1945 è una delle più vecchie e vitali case del popolo di Prato, lo zoccolo duro di un quartiere che non ha mai avuto una piazza e ha sempre trovato qui un saldo punto di riferimento. Il circolo Arci è baluardo di socialità, cultura, sport, fa aggregazione e comunità. E spegnerà 50 candeline proprio il 25 aprile così come lo vediamo oggi, ristrutturato nel 1975 ma fondato ottant’anni fa, ad aprile. Doppio anniversario, dunque, in una ricorrenza simbolica che in questi giorni festeggiano 400 soci e tutta la comunità a partire dal primo appuntamento in programma oggi, alle 17.30, con l’inaugurazione della mostra fotografica Cinquantanni insieme.

Se lo ricorda bene il taglio del nastro in pompa magna avvenuto mezzo secolo fa Massimo Chiarugi, uno dei fondatori e memoria storica del circolo, che da presidente ha guidato per circa trent’anni: le cronache in bianco e nero dell’epoca immortalarono un momento storico per Viaccia. La vecchia struttura fu rivoltata come un calzino scavando una buca a terra nel sottosuolo. Là dove una volta c’era il pallaio fu tirata su la pizzeria, ancora oggi famosa per la specialità del ‘tir’. Nacquero la sala da ballo e per la tombola. Non furono subito rose e fiori. "Partimmo con un gruppo di giovani, con tanto entusiasmo – ricorda Chiarugi - In paese non c’erano punti di aggregazione: la parrocchia arrivò dopo. Le prime attività furono dedicate alla ricerca finanziaria".

A metà degli anni Settanta l’inflazione galoppava al 18 per cento e il primo preventivo da 120 milioni delle vecchie lire per la ristrutturazione raddoppiò. Le prime attività di intrattenimento servirono così a raccogliere denaro per sostenere costi importanti. E poi il volontariato che non è mai mancato, le attività culturali e ricreative con il calcio e la ciclistica Viaccia. Per non parlare della storica rassegna jazz Sounds in friday curata da Carlotta Vettori, del successo di tradizioni popolari come la Maggiolata di Viaccia giunta alle 25esima edizione che tornerà il 30 aprile con canti, balli e cibo offerto alle tre soste (a partire dalle 19.30).

Un quartiere che fa anche accoglienza e integrazione: grazie al bando della Regione sulle cooperative di comunità, gli ex ambulatori vuoti saranno trasformati in due appartamenti per il progetto Sai dell’Arci con i richiedenti asilo. Oggi a Viaccia, in pieno boom residenziale, vivono circa 3.500 persone. Uno dei ricordi più belli? "Le prime Maggiolate, quando negli anni Novanta creammo una tradizione che mancava in paese, forte ancora oggi, capace di richiamare anche 800 persone. Un momento spiacevole invece fu la fine della collaborazione con le scuole: una volta si entrava nel giardino delle Rodari per cantare insieme ai bambini. Purtroppo, la burocrazia si è messa di traverso".

Maria Lardara