
Il progetto prevede "l’adozione" di un monumento o un cippo "Ci prendiamo cura della nostra storia". 25 aprile: le iniziative di domani.
PRATOSpesso ci sfuggono e ci passano frettolosamente davanti agli occhi, magari mentre camminiamo o guidiamo. Date e nomi scolpiti su pietra e cemento che spostano le lancette della Storia all’indietro. A ottant’anni fa – domani l’anniversario della Liberazione – ma anche più lontano, scavando nelle ferite della Grande Guerra. A Prato la fotografia della memoria storica è fatta di cippi, pietre d’inciampo, targhe, lapidi: una cinquantina di monumenti mappati dal Comune (l’elenco, in fase di aggiornamento, sarà pubblicato sul sito) che d’ora in poi potranno essere ‘adottati’ da associazioni, cittadini e scuole per preservare e tenere viva la memoria grazie a un protocollo d’intesa su cui la giunta comunale ha deliberato la settimana scorsa. Un impegno civico di ‘presa in cura’ che passa dalla protezione e manutenzione di questi beni comuni. Cercasi, dunque, piccoli grandi messaggeri di una memoria diffusa e collettiva, come alunni, cittadini o realtà associative del territorio: la prima ad aderire firmando il protocollo è stata è l’associazione "6 settembre" di Figline, non a caso. Qui il Comune ha individuato cinque segni indelebili che appartengono alla storia della Liberazione, di cui d’ora in poi si prenderanno cura in modo ‘formale’ Mirko Castellani, Stefano Nesi e Bruno Becchi (figlio del partigiano Vinicio), insieme agli altri rappresentanti dell’associazione, per sottrarre queste testimonianze all’oblio del tempo: il monumento ai 29 Martiri, la targa della battaglia di Pacciana, la panchina di Gino Signori, una lapide dentro la Misericordia e quella intitolata a Ferruccio Moggi ed Enzo Fissi. Se la maggior parte di questi segni si concentra in centro, un po’ ovunque in città spuntano testimonianze: Cafaggio, Casale, Castelnuovo, Cilianuzzo (segnalata la lapide per i Martiri delle foibe), Galciana, Galcetello, Grignano, Il Pino, Iolo, la Querce, Mezzana, San Giusto, Soccorso, Paperino, Pizzidimonte, Tavola, Sacra Famiglia."Fare memoria non è solo celebrazione ma anche un’azione attiva che ora, grazie a questo protocollo d’intesa, mette in collegamento cittadini e istituzioni – ricorda l’assessora competente Chiara Bartalini – Invito in particolar modo le scuole a farsi avanti e a partecipare a questa cura collettiva dei beni per far risplendere non solo fisicamente i nostri monumenti ma anche per divenire testimoni di una storia che si nutre di emozioni e vissuto".Un lavoro certosino corredato di documentazione fotografica quello portato avanti dall’assessorato alla memoria storica, con la regia della dirigente Linda Pieragnoli. "Anche senza incarichi formali ci veniva spontaneo prenderci cura dei monumenti di Figline – ammette Stefano Nesi, presidente del circolo 29 Martiri - La firma di questo protocollo è un passo importante per diffondere la memoria dei luoghi, un percorso che avevamo già intrapreso con l’ex assessora Ilaria Santi che ora arriva a conclusione. Abbiamo iniziato a raccogliere fondi per il monumento di Cerreto". Qui Leonetto Tintori realizzò un bassorilievo raffigurante un operaio intento a lavorare in un cantiere, simbolo della ricostruzione.
Maria Lardara