
Festa della Liberazione Dopo quasi 80 anni pareri a confronto Da Biffoni a Spada
Cosa rappresenta oggi, 78 anni dopo, la festa della Liberazione, il 25 aprile? Lo abbiamo chiesto a sei esponenti bipartisan della politica pratese: il sindaco Matteo Biffoni, il sottosegretario agli Esteri Giorgio Silli, la deputata Erica Mazzetti, la consigliera regionale Ilaria Bugetti, il segretario Pd Marco Biagioni, il segretario della Lega Daniele Spada. "La Liberazione deve essere festeggiata, celebrata, ricordata sempre con più determinazione perché niente è scontato – dice Biffoni -. Lo dimostra l’invasione armata di un Paese alle porte d’Europa, lo dimostrano le parole inaccettabili del presidente del Senato La Russa che, sfregiando il ruolo istituzionale che ricopre e i valori sui quali si fonda la nostra Costituzione, dimentica che donne e uomini si sono sacrificati per la nostra libertà. Come Dafni Moradei, giovanissimo pratese che si unì ai partigiani per combattere il nemico e che si distinse lo spirito combattivo, anche dopo esser stato gravemente ferito alle gambe: a lui intitoleremo una strada proprio il 25 aprile". Diiversi gli accenti usati da Daniele Spada. "La libertà è il bene più prezioso, secondo solo a quello della vita stessa – sostiene -. E’ importante cercare di far capire, specie ai più giovani, quanto la libertà sia importante e come sia facile che te la portino via. Perché non torneranno camicie nere e brune, fascisti e nazisti, ma non possiamo dimenticare che veniamo da mesi in cui in Italia milioni di persone sono state costrette in un regime di apartheid, perché non si sono sottoposte a vaccino. E tra i più solerti sostenitori della privazione della libertà dei nostri connazionali, molti saranno tra quelli che il 25 aprile mostreranno le loro bandiere e canteranno fieri ‘Bella ciao’". Le schermaglie quindi non mancano nemmeno a livello locale.
Il sottosegretario Silli ricorda che "il 25 aprile è un giorno importante per la storia del nostro paese" e sottolinea che "si tratta di un giorno di festa, di tutti". La consigliera regionale del Pd Ilaria Bugetti evidenzia che il 25 aprile si lega "a due parole indissolubili: ovvero la resistenza e la libertà". "I partigiani erano accomunati da un ideale condiviso e indissolubile – aggiunge -, che vedeva nell’antifascismo e nella libertà un binomio inscindibile da difendere anche a costo della propria vita. Attenzione oggi a non compiere l’errore di relegare quelle vicende e quegli ideali in un remoto angolo della storia. Festeggiare il 25 aprile, la resistenza, i partigiani non può limitarsi semplicemente a ricordare una volta ogni anno la vicenda della nostra Liberazione, ma al contrario significa lottare ciascuno nel proprio ambito di pertinenza, piccolo o grande che sia, contro l’intolleranza e la prevaricazione, nel rispetto gli uni degli altri e di tutti coloro che verranno dopo di noi".
A fare un richiamo all’unione è la deputata Erica Mazzetti. "Il 25 aprile dev’essere motivo di unità e non di divisione – sottolinea -. Ci tengo a dirlo perché il nostro territorio ha pagato un elevato tributo di sangue con l’occupazione. Per questo non ha senso dividerci e non ha senso usare per scopi politici, di qualsiasi tipo, la Liberazione. Ricordo che alla Liberazione hanno contribuito in tanti, anche i cattolici e i liberali. Come ogni anno, come sempre, sarò alla commemorazione nella mia città". Infine le parole del segretario Pd, Biagioni. "Noi pratesi siamo i 29 martiri di Figline, siamo quelli dello sciopero di marzo, dei volantini stampati nelle soffitte delle case, della rivolta delle operaie del Fabbricone – conclude -. Siamo quelli del 23 marzo 2019, che riempiono le piazze quando i diritti di qualcuno vengono messi in discussione. Memoria è anche riscoprire i valori della resistenza nel nostro presente, respingere l’idea che a diversità corrisponda esclusione, lottare ogni giorno perché questa città, questo Paese siano davvero di tutti".