REDAZIONE PRATO

Liberazione, le cerimonie a Prato. “Qui per rafforzare gli anticorpi della democrazia”

Gremite di cittadini sia piazza Santa Maria delle Carceri che piazza del Comune

Il 25 aprile celebrato a Prato (foto Attalmi)

Il 25 aprile celebrato a Prato (foto Attalmi)

Prato, 25 aprile 2025 – In tantissimi oggi hanno gremito piazza Santa Maria delle Carceri e soprattutto piazza del Comune per la celebrazione dell'80esimo anniversario della Liberazione italiana dall'occupazione nazifascista.

La giornata si è aperta con i rintocchi della campana di Palazzo Pretorio "La Risorta" in ricordo della Liberazione della città, a seguire da piazza del Comune è partita la delegazione comunale guidata dal presidente del Consiglio comunale Lorenzo Tinagli e dall'assessora alla Memoria Chiara Bartalini per la deposizione delle 28 corone di alloro ai monumenti e cippi commemorativi presenti sul territorio. Dopo la Messa in suffragio dei Caduti, un lungo corteo guidato dal Gonfalone del Comune e dalla sindaca Ilaria Bugetti ha raggiunto piazza Santa Maria delle Carceri, dove si sono tenute l'Alzabandiera solenne, la cerimonia militare e la deposizione della corona d'alloro al Monumento ai Caduti da parte del prefetto Michela La Iacona, della sindaca Ilaria Bugetti e della presidente di Anpi Prato Angela Riviello.

Subito dopo la cerimonia civile in piazza del Comune, con la partecipazione di tanti cittadini di ogni età: "Oggi celebriamo gli 80 anni della Liberazione dal nazifascismo, la fine della dittatura guidata da Benito Mussolini, l’inizio della rinascita di un Paese devastato da 20 anni di soprusi e trasformato nel principale campo di battaglia del secondo conflitto mondiale - ha detto la sindaca Ilaria Bugetti – Vorrei tranquillizzare il ministro Musumeci e tutto il Governo: lo faremo con sobrietà come abbiamo sempre fatto, a meno che intonare Bella Ciao non sia considerato un festeggiamento sguaiato. Nel caso preferiamo essere considerati sopra le righe che rinunciare a intonare quello che è l’inno universale alla libertà ed è quello che è successo a noi 80 anni fa. Siamo stati liberati dall’oppressore. Perciò ci sarà sobrietà ma anche la ferma convinzione che il 25 aprile è una festa nazionale irrinunciabile. Ultimamente, anche in occasione della recente revoca della cittadinanza a Mussolini, ho sentito dire: che senso ha dopo tutti questi anni? Ecco, voglio rispondere con forza, qui da questo palco, a chi manifesta con sincerità dubbi come questo ma anche a chi li usa strumentalmente per evitare di esprimersi nel merito della questione in modo da nascondere sconvenienti simpatie fasciste nell’incapacità o nella non volontà di fare i conti con il passato. Ebbene, ricordare quei fatti e l’importanza di questa data simbolica per la storia italiana, non solo ha ancora un senso ma è fondamentale. E anzi, più ci si allontana da quel periodo storico più è importante ricordare, celebrare, trasmettere alle nuove generazioni. I motivi sono numerosi. Il primo, il più semplice: un omaggio doveroso a tutti coloro che sono caduti lungo il percorso tortuoso e accidentato verso la libertà. E sono tanti, anche pratesi. A loro va il nostro immenso grazie. Ricordare e celebrare il 25 aprile significa anche rafforzare gli anticorpi della democrazia contro il rischio che le derive autoritarie che stanno affliggendo sempre di più gli equilibri mondiali possano prendere il sopravvento".

La sindaca ha sottolineato anche il difficile momento che stiamo vivendo, con le guerre che stanno insanguinando il mondo e la morte di Papa Francesco: "Il quadro internazionale è contrassegnato da spinte nazionaliste, da contese sui dazi, dalla guerra in Ucraina e dal massacro della popolazione a Gaza. Un disastro totale senza libertà e giustizia sociale che ci impone di non tacere e di non restare immobili. Dobbiamo “parteggiare” come fece oltre 80 anni fa chi ebbe il coraggio di ribellarsi dall’oppressore anche a costo della vita. La parola “partigiano” significa letteralmente proprio questo: “di parte”. E noi sappiamo bene da che parte vogliamo stare. Siamo dalla parte di chi è vessato ogni giorno, di chi soffre, di chi cerca giustizia e riscatto, di chi lavora per la convivenza civile e per il confronto democratico. Il messaggio più forte che arriva dalla Resistenza, anche oggi a 80 anni di distanza, è quello di intervenire, di reagire alla violenza e alle ingiustizie del mondo. Chi resta indifferente è complice, chi tergiversa è complice, chi sfrutta questo momento di grande confusione per cercare visibilità personale, è complice. Il modo migliore per onorare il sacrificio dei tanti che 80 anni ci consegnarono un mondo migliore è una presa di posizione netta e forte dal basso contro ogni forma di autoritarismo. La salvezza della democrazia dipende da tutti noi. E’ così che si onora e si rispettano i valori della Resistenza, è così che si garantisce un futuro migliore ai nostri figli. Ci vogliono timorosi, obbedienti, remissivi, indifferenti. Ma noi siamo ben altro. Di fronte alle ingiustizie di questo tempo, di fronte ai crimini che vengono commessi contro l’umanità. non staremo zitti. Ce lo ha insegnato con il suo esempio anche Papa Francesco che soli pochi giorni fa ci ha lasciato. Gesti e parole semplici ma schietti, cristallini e con un unico obiettivo: stare vicino agli ultimi, ai più deboli, a chi è schiacciato dall’oppressore. Dobbiamo farlo anche noi, ciascuno di noi. Dentro e fuori i confini della nostra città. Chi non rispetta le regole, chi sfrutta i lavoratori, chi guadagna sulla pelle della povera gente, chi cerca fortuna dalle sfortune della gente, qui non è gradito. Siamo pronti a tendere la mano a tutti coloro che cercano in questa città una vita migliore per se stessi e le proprie famiglie. Ci faremo in quattro per aiutarli perché Prato non lascia indietro nessuno, ma i principi di libertà, di giustizia sociale e di uguaglianza che anche qui, 80 anni fa, sono stati conquistati con il sangue dei nostri concittadini, non dovranno essere più macchiati dall’ombra lunga dello sfruttamento lavorativo e dell’uso di metodi mafiosi in nome del Dio denaro. Prato è un’altra cosa e lo dimostrerà non arretrando di un passo di fronte a chi ci vuole arresi, impauriti, indifferenti e divisi. I valori della Resistenza sono nel nostro dna e non li tradiremo mai. Ora come 80 anni fa. Viva l’Italia antifascista, viva la Costituzione italiana, viva la nostra Repubblica. Buon 25 aprile a tutti".

La cerimonia è terminata con un lungo applauso che ha abbracciato virtualmente il partigiano Fiorello Fabbri.