
Un momento della festa (Attalmi)
Prato, 26 settembre 2019 - E’ nel segno della collaborazione che si è festeggiato il primo decennale dalla fondazione del tempio buddhista Pu Hua Si di piazza della Gualchierina. Una cerimonia toccante alla quale hanno partecipato sessanta monaci provenienti dalla Cina ed uno dallo Sri Lanka, insieme ai sei che sono attualmente presenti nell’edificio di culto pratese. Mai come ieri, nel ripercorrere i dieci anni di presenza del tempio buddhista, è emerso come questa sia ormai una parte integrante della società pratese. Alla cerimonia hanno partecipato il sindaco Matteo Biffoni, il presidente dell’associazione buddhista della comunità cinese in Italia Huang Shulin, il vescovo Giovanni Nerbini, il console cinese di Firenze e Prato Wang Wengang oltre a rappresentanti della questura, dei carabinieri e della società civile.
Le attività a testimonianza della presenza della comunità buddhista nella città di Datini sono state sottolineate con due gesti. Il primo: la consegna di una targa voluta dalla comunità buddhista a Leonardo Tuci, il primo volontario dell’Associazione nazionale carabinieri a dare l’allarme e a portare aiuto agli operai cinesi intrappolati nel rogo della Teresa Moda. «Un segno per ringraziarlo del suo atto eroico nel salvare vite umane - commenta Davide Finizio, segretario del tempio - Il decennale si è basato sul concetto della compassione, intesa nel senso di stare nello stesso sentimento dell’altro. E’ per questo che nella cerimonia è stata ripercorsa la storia del tempio dalla sua creazione ad oggi e le azioni concrete svolte, dal capodanno cinese fino alle consegne di ambulanze alle associazioni locali oltre agli aiuti per le popolazioni colpite dal terremoto ad Amatrice e a L’Aquila».
Il secondo gesto è consistito nella consegna di un’auto, una Dacia, al Nucleo volontariato e protezione civile dell’Associazione nazionale carabinieri. Un dono acquistato grazie alle raccolte dei fedeli. Il vescovo Giovanni Nerbini ha subito ricambiato la visita, dopo che i monaci buddhisti avevano partecipato al suo ingresso in Diocesi. «La collaborazione va oltre l’integrazione - aggiunge Finizio - Abbiamo obiettivi comuni e per questo siamo tutti pratesi. Non ci sono stranieri, ma solo fratelli e sorelle. Un sentire che apre a nuovi scenari rendendo unica Prato, città capace di accogliere, fondere e creare sinergie». I progetti futuri ne sono una dimostrazione: il capodanno cinese, la partecipazione alla Turandot di Pratolirica al Politeama e altre iniziative in tutta la provincia.